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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

26 aprile 2009

25 Aprile - Festa della (vera) Liberazione

[...] "Il 25 aprile ricorda un modo concreto e quanto mai reale di difendere la libertà. C´è stata una guerra contro i nazifascisti che è stata guerra di liberazione perchè ha significato materialmente cacciare un invasore terribile dal nostro Paese. E c´è stata una guerra di libertà per i popoli, per i loro diritti elementari non solo in Italia ma in tutto il mondo. È stata una lotta mondiale contro un attacco feroce, un conflitto inaudito, contro chi ha partorito i campi di sterminio a diritti di libertà elementari. E ha portato alla sconfitta di un soggetto politico, il nazifascismo che s´impersonava in una figura come Hitler». [...] Se il premier riconosce il senso del 25 aprile io non posso che dire: bene. Ma non mi convince la distinzione tra liberazione e libertà. Tutto quello che cancella la concretezza, con nome e cognome, di questo evento non lo capisco. Piuttosto bisognerebbe dire chiaramente se si è d´accordo nel celebrare questa festa come la vittoria contro il nemico nazista e fascista, se si condivide l´esaltazione per i valori che portarono milioni di italiani, anche loro con nome e cognome, a combattere per la libertà. Il resto o sono frasi gettate al vento oppure significano niente» [...]
Pietro Ingrao, "La Repubblica", 26 aprile 2009
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25 aprile 2009

25 Aprile. Festa della Liberazione

"Il 25 aprile 1945. L'abbiamo ricordato quel giorno, come quello della Liberazione ed è giusto. Ma era per tutti, indistintamente, il giorno della pace. [...] Adesso si poteva ricominciare, quello che facevi poteva durare, poteva finalmente servire. [...] Gli italiani erano contenti che il fascismo fosse finito anche perché era il fascismo, ma soprattutto infine erano arrivati ad identificarlo con la guerra"
Vittorio Foa, Questo Novecento, pp.189-190.
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"Oggi c'é bisogno più che mai di questa asciutta laicità, proprio perché il fallimento delle grandi utopie politiche di redimere il mondo induce a una stante rassegnazione, a concepire la politica quale mera gestione dell' esistente e a rinunciare ai valori perché non si riesce a vederli nella prosa della realtà; sembra quasi che l'uomo nuovo, vagheggiato dalle speranze messianiche, debba nascere dalla trasformazione tecnologica. La Resistenza può oggi insegnare a resistere a questa rassegnazione, a questo cinismo; l'uomo nuovo non nasce, una volta per tutte, da cataclismi epocali, ma dal disincantato e appassionato buon combattimento d'ogni giorno."
Claudio Magris

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24 aprile 2009

Promemoria per il 25 Aprile


“Per il soldato la prigionia può essere anche un rifugio, per noi è la morte, e che morte! La morte di quel partigiano a cui i tedeschi strapparono le unghie prima di farlo fucilare”.
Emanuele Artom


*E. Artom, Diari di un partigiano ebreo”, a cura di G. Swartz, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.

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12 aprile 2009

Diagnosi -1869

[...] "E mentre tutto si aspetta e si vuole dal governo, non si fa nulla per sovvenirlo, anzi si fa tutto per contrastargli. Non è smesso ancora in Italia il mal vezzo di considerare il governo come il natural nemico di ogni cittadino, e di comportarsi a seconda di questa malaugurata opinione. Incredibili sono le astuzie, i sotterfugi, le gherminelle, gl'inganni, le frodi che si fanno per non pagare le imposte, o pagar meno di quel che si deve: e costoro s'infischiano di quel savio proverbio: Chi vuol ingannare il comune, paghi le gabelle; e vuol dire che comportandosi onestamente non si paga il frodo ch'è sempre più caro. Il compratore e il venditore, l'inquilino e il possidente, si danno l'intesa per far figurare minore del vero il contratto di compera o di pigione: il contrabbando è un onesto mestiere, si copre, si difende, si aiuta, e chi mettesse il governo sulle orme di chi ne macchina la rovina, sarebbe tacciato di spia e peggio; il ladro, l'assassino, il pugnalatore a tradimento, corrono sicuri in mezzo alla folla che si apre sui loro passi e si restringe tosto a proteggerne contro la forza pubblica lo scampo: la fuga dei cassieri non desta ormai più che un sorriso: e uomini onesti, uomini ragionevoli, uomini che si farebbero scrupolo d'accusar la loro cuoca del furto di cinquanta centesimi, vanno sbraitando che questo o quel ministro ha rubato milioni. Queste cose in Italia hanno stampato con le parole più o meno coperte, talora scopertissime, i giornali, queste cose ripete in tutta coscienza a tavola, al focolare, il padre di famiglia alla moglie e ai figliuoli; quest'opinione è ormai posta nel novero delle verità dimostrate, non ostante che sia certo a chi volle scrutar più addentro la vita dei ministri e chiarirsi della loro reale fortuna, che le presenti ricchezze sono una disonesta invenzione di calunniatori. [....]"
Michele Lessona
* La citazione è tratta dal volume di Michele Lessona, Volere e potere, pubblicato nel 1869.
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10 aprile 2009

Per il 25 Aprile

Il 25 Aprile è il giorno in cui ci è stata riconsegnata la nostra Libertà nella dignità.


"Aderisci all'iniziativa denominata "Una firma per la democrazia, un fiore per la libertà" che si propone una raccolta di firme per contrastare il Progetto di Legge n. 1360 che istituisce l'Ordine del Tricolore e di fatto intende equiparare tutti i combattenti della Seconda Guerra Mondiale, parificando chi ha combattuto per la libertà e la democrazia e chi ha servito il regime nazifascista Chi volesse aderire firmando on line può farlo attraverso il sito http://www.no1360.it/ , che è stato appositamente creato."



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08 aprile 2009

Invenzioni stupende

"Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s'immaginò di trovar modo di comunicare i suoi piú reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta."

Galileo Galilei, 1632

03 aprile 2009

Il disordine del mondo

"Apriamo gli occhi al mattino trovando al fondo dei nostri risvegli tutto il disordine del mondo ridotto alla miserabile scala di un'inquietudine privata"
Paul Nizan

01 aprile 2009

Edificare insieme

"[...] Siamo stati educati a seguire modelli culturali preesistenti piuttosto che a edificare insieme un nuovo mondo grazie alle fecondità delle nostre differenze. Ora, questo è il lavoro che spetta a noi di compiere oggi. Un tale lavoro esige da noi di essere più autonomi e creativi di quanto siamo.
Infatti, abbiamo ancora da superare la dipendenza da quelli che crediamo conoscano meglio di noi quali siano il nostro bene o il nostro male. Adulti, restiamo anche bambini a causa di una simile aspettativa riposta in quelli che sostituiscono l´autorità parentale. Fidarci del loro parere e della loro parola senza rimanere all´ascolto delle nostre percezioni e della nostra esperienza, ci rende fragili e recettivi alla paura, di cui, per altro, certi usano per stabilire un loro potere. Ci fanno credere che se non rispettiamo i loro consigli, rischiamo di danneggiare il nostro corpo, il nostro statuto sociale, perfino la nostra anima.
Sfortunatamente non ci svelano che cosa perdiamo fidandoci della loro autorità senza essere fedeli al nostro proprio sentire. Una condizione necessaria per costruire una vita adulta autonoma.
Essere fedeli alla nostra singolarità e incaricarci di farla fiorire deve accompagnarsi con il rispetto della singolarità dell´altro e l´aiuto portato al suo proprio compimento. Questo ci richiede di crescere come adulti autonomi capaci di proseguire il proprio cammino senza rinunciare a esso per qualsiasi paura. Esige anche di sviluppare le relazioni con l´altro, gli altri, non solo in quanto figli di una stessa particolare famiglia - naturale, culturale, politica, nazionale, eccetera - i figli che sono radunati in nome di una specifica appartenenza, e che formano un tutto che, almeno in parte, si richiude a partire dall´esclusione dell´altro in quanto differente. Figli che sono più o meno in competizione per essere il capo, il primo, il più bravo, il più competente, il più amato eccetera. Abbiamo piuttosto da crescere fino a raggiungere una maturità che ci consenta di comporre una famiglia umana di fratelli e di sorelle di cui le differenze si intrecciano e si fecondano in nome di un´appartenenza naturale universale e della libera volontà di ciascuno e di ciascuna di costruire insieme un mondo che corrisponda all´epoca in cui viviamo e abbiamo da convivere nella dignità, nella pace e, per quanto difficile questo talvolta sia, nella felicità."
Luce Iragaray
"La Repubblica", 1° aprile 2009

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