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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

25 giugno 2009

Libri e lettori


"Siamo abituati a celebrare gli scrittori e la loro libertà di espressione, e quando in molti paesi i loro diritti vengono minacciati o addirittura negati c’è sempre qualcuno che protesta e dà voce alla propria indignazione. E tuttavia voglio chiedervi: che ne è dei milioni di lettori di tutto il mondo, e del loro diritto di immaginare e realizzare il tipo di vita che desiderano vivere E della libertà di leggere i libri che vogliono E del diritto di esprimere le proprie emozioni e reazioni a quei libri in pubblico, senza timore di censure. E i libri potrebbero sopravvivere senza lettori sempre nuovi? I libri, proprio come i fiori di serra, appassiscono se non vengono adeguatamente nutriti e curati, e hanno bisogno di essere letti e interpretati da lettori diversi e con punti di vista diversi, e che vivono in tempi e luoghi diversi" [...continua...]
Azar Nafisi
*estatto da Azar Nafisi, Atteggiamento sospetto: il potere sovversivo dell'immaginazione (Roma, 15 giugno 2004) dal sito dell'editore Adelphi (cliccare sul titolo).
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24 giugno 2009

Il regno della spiga

"Io dico sempre: spero di non morire sotto Berlusconi. Non per la mia eta', perche' potrei andarmene anche domani, ma per il fatto di avere un po' di speranza sulla vita e sull'umanita'. Direi che Berlusconi non e' un uomo che da' speranza. Eppure, c'e' una poesia di Garcia Lorca, mi pare, che di New York dice: «Voglio che un bimbo negro annunci ai bianchi dell'oro l'avvento del regno della spiga». Perche' a volte, vede, guardandosi intorno, si dice questo mondo economico dove tutto e' virtuale, anche l'economia e' virtuale, a questo punto... E allora a un certo punto diciamo: ci vorrebbe una grande crisi per ridimensionare questa cosa. Pero', purtroppo, la grande crisi prende sempre di mezzo la povera gente... Ma piuttosto che una guerra, e' meglio una grande crisi per stravolgere un po' il mondo, per metterlo un po' sulla strada giusta, per far capire che non e' piu' la Borsa che deve governare..."
Mario Rigoni Stern
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16 giugno 2009

Svuotamento dell'etica civile

[....] Sappiamo che gli italiani erano stati profondamente corrotti dal regime fascista. La corruzione era consistita proprio nella continua denunzia del disfattismo, nella costruzione passo dopo passo di un sistema di unità organica tra popolo e capo che permettesse al capo di riassumere ed esprimere i bisogni del popolo, di rispondere a ciò che la gente voleva, al di là di ogni mediazione. In fondo, possiamo parlare del fascismo come di una forma speciale di democrazia: una democrazia che eliminava le mediazioni faticose dei sistemi rappresentativi nel momento stesso in cui cancellava le barriere che impedivano al potere del Capo di operare. Era per eliminare il disfattismo che bisognava sostituire la voce del regime alle discordanti voci della libera stampa e trasformare le istituzioni di una monarchia parlamentare in canali di unione organicistica tra il Capo e il suo popolo. [...]
Oggi il discorso sulla corruzione degli italiani è di tipo diverso ma non meno grave. La saldatura tra popolo e leader si nutre del progressivo svuotamento dell´etica civile, fatto di leggi e di decreti di breve e brevissimo respiro, di una continua aggressione alle istituzioni rappresentative, alla divisione dei poteri dello Stato, alle istituzioni giudiziarie e alla legalità. Alla violenza fascista si è sostituita la persuasione di un abile management delle emozioni collettive e una sostituzione dell´evasione e del sogno alla durezza dell´irrreggimentazione. Ma l´esito è identico: si chiama corruzione e affonda le radici in un vuoto di memoria e di cultura civile. Se il consenso massiccio della popolazione al regime di Mussolini è una verità storica acquisita, questa verità non ha operato nel senso giusto, non ha spinto le istituzioni della Repubblica e la coscienza degli italiani a fare i conti con la nostra storia con la radicalità e la durezza con cui i tedeschi hanno fatto i conti col nazismo. Solo tenendo conto di questo si può risolvere l´enigma di un consenso collettivo appena incrinato da episodi che altrove avrebbero costretto ogni statista decente a dimettersi. Un paese che dimentica la propria storia è condannato a ripeterla".
Adriano Prosperi,
Il fantasma necessario del “disfattismo",
"La Repubblica", 15 giugno 2009.
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14 giugno 2009

La questione morale

"[...] La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semmplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. [...] Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude. [...]".
Enrico Berlinguer,
"La Repubblica", 28 luglio 1981
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