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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

26 agosto 2009

Nessuno sa quello che vuole

Né re né legge, né pace né guerra
definiscono con essere e profilo
questo fulgore opaco della terra
di Portogallo che appassisce –
splendore senza luce e senza fiamma
come l’alone che chiude il fuoco fatuo.
Nessuno sa quello che vuole.
Nessuno sa quale anima possiede,
né cosa è male né cosa è bene.
(Quale lontana ansia piange vicino?).
Tutto è incerto e disperato,
tutto è disperso, niente è intero.
Portogallo, oggi sei nebbia...
F. Pessoa


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25 agosto 2009

Felici Pochi


Elsa Morante 1912-1985
  Che significa F.P.? Si tratta di un’abbreviazione per Felici Pochi.? E chi sono i Felici Pochi? Spiegarlo non è facile, perché i Felici Pochi sono indescrivibili. Benché pochi, ne esistono d’ogni razza sesso e nazione e poca età società condizionee religione.
Di poveri e di ricchi (però, se nascono poveri, loro, in generale, tali rimangono, e se nascono ricchi, presto si fanno poveri) di giovani e di vecchi (però difficilmente loro arrivano in tempo a farsi vecchi) di belli e di brutti (a vero dire, loro pure quando siano volgarmente intesi brutti, in realtà sono belli; ma la realtà è di rado visibile alla gente… Insomma. Obiettivamente, per giustizia, qua si certifica, in fede, che gli F.P. sono tutti e sempre bel-lis-si-mi, anche se per suo conto la gente non lo vede). Infine, tra le tante loro varietà, basti, nella presente esposizione divulgativa, aggiungere che ve ne sono di celebri e flagranti, e di sconosciuti e nascosti (però, quando celebri, la Celebrità non dimostra abitualmente una gran fretta di abbracciarli da vivi e gode meglio a raggiungerli in una pòstuma stretta allorquando sono già deceduti).
E dove stanno, di regola, costoro? Non c’è regola.
Invero, il loro proprio elemento naturale non è mai stato scoperto, finora, in biologia. Se ne trovano sulle himalaie e sul mare, in città e nel deserto, al centro e in periferia dentro i vicoletti sulle autostrade può darsi pure nelle lune o negli astrusi pianeti e perfino nei Ministeri – ricordarsi di Henri Beyle –mai però negli alti gradi della burocrazia o alle diverse incombenze d’autorità ufficiale per cui sempre hanno sofferto d’una grave allergia. Se ne possono incontrare all’Università all’osteria in fabbrica in galera nei bordelli nei conventi al teatro al ballo al caffè fra sapienti e analfabeti nei Ghetti nella Kasbah nella sotterranea su un jet all’ospizio dei vecchi all’ospedale dei matti. Ne spuntano magari nei climi meno adattie si nascondono dove meno te l’aspetti. Difatti gli F.P. sono accidenti fatali dei Moti Perpetui semi originari del Cosmo, che volano fra poli fantastici, portati dal capriccio dei venti,e germogliano in ogni terreno. Ma assai più spesso tornano in certi orienti (barbari) e oscure zone (depresse) dove non s’ha il vizio d’assassinare i profeti né di sterminare i poeti.

Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini
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23 agosto 2009

Enea

[…] Enea che in spalla
un passato che crolla tenta invano
di porre in salvo, e al rullo d'un tamburo
ch'è uno schianto di mura, per la mano
ha ancora così gracile un futuro
da non reggersi ritto.
Giorgio Caproni


* estratto da Il passaggio di Enea, 1956
"[...] Pochi genovesi sanno che a Genova esiste un monumento ad Enea, credo che sia l'unica città del mondo. Come sia venuta l'idea ai genovesi di farlo non lo so; so solo che questo monumento non lo voleva nessuno. Ha girato da tutte le parti ed é andato a finire in Piazza Bandiera, vicino alla chiesa della Santissima Annunziata, che poi venne chiamata Piazza della Nunziata, che fu proprio la piazza più bombardata d'Italia, e io mi trovai lì proprio durante i bombardamenti, e vidi questo pover'uomo [...] con sulle spalle questo vecchio Anchise, per la mano il figlio, e dico: 'ma guarda un pò, é proprio il simbolo dell'uomo d'oggi, con sulle spalle una tradizione che ormai crolla da tutte le parti, perché è stata sbugiardata dalla guerra, qui, là, e però lui cerca di portare in salvo, e per la mano, un avvenire che invece di accompagnarlo ha bisogno di esser sorretto' [...] Enea pover'uomo.... (G. Caproni in Conversazioni radiofoniche con Giorgio Caproni, a cura di L. Surdich, Genova, Il Melangolo, 2004, pp. 114-116).
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19 agosto 2009

Fernanda Pivano

"Ci sono le magnolie e c'è il mare, che é fatto di sogni:
Genova non potrà mai essere una città come tutte le altre"
Fernanda Pivano

18 luglio 1917 - 18 agosto 2009

* link al sito di Fernanda Pivano

Fernanda Pivano e l'idea del Mare. (video su youtube)

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18 agosto 2009

L'uomo planetario

Io sono l’abitante delle pietre
senza memoria, sete d’ombra verde;
io sono il popolano di tutti i villaggi
e delle prodigiose Capitali;
sono l’Uomo Planetario,
marinaio di tutte le finestre
della terra stordita dai motori.
Sono l’uomo di Tokyo, che si nutre
di pesciolini e bambù,
il minatore d’Europa,
fratello della notte;
l’operaio del Congo e della sabbia,
il pescatore della Polinesia,
sono l’indio d’America, il meticcio, il giallo, il nero:
e sono tutti gli altri uomini del pianeta.
Sul mio cuore firmano i popoli
un accordo di pace fino alla morte.

Jorge Carrera Andrade


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16 agosto 2009

Migranti

La notte scura
Hai osservato la notte scura?
Guarda la mia faccia nera,
Guardala bene.
Si è formato un muro,
una maschera nera ti sei messo.
Osserva bene in fondo
Guarda dentro
Esamina il sangue
e il cuore.
Guarda bene in fondo,
Guarda bene dentro.
Finché non vedi la luce,
il tuo silenzio,
Parla!
E'forse diverso il sangue dell'umanità sotto la pelle?
Sono diversi i sogni,
Speri che i tuoi giorni diventino senza notte?
Guardami bene in faccia,
Guarda questa faccia scura:
ti accorgerai che sono io la tua notte.
Prova anche tu le mie giornate,
Il fiume bianco sorge
Dal di sotto della mia pelle nera ;
Il mio cibo cresce
Dal di sotto del fango nero.
Guarda la mia faccia nera,
Guarda bene.
Vedrai che sono io la tua notte.
Adoro il tuo mattino.
Ammira lontano l'orizzonte:
vedrai solo la mia luna in una notte scura.
Quel che mi disturba
è il tuo intrometterti
con idee oscure
in una mente avvolta
di pelle bianca.
Guarda !
Guarda bene… niente è
più brutto di un cuore nero.
Quant'è triste nascere dello stesso amalgama.
per poi separarsi.

Mohamed Ghonim


*link al sito di Mohamed Ghonim
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14 agosto 2009

Religione non é ...

"Religione non è l’accomodarsi col Papa per l’averne o sperarne licenza o assistenza alle sbirrerie e alle ladrerie, non è il battezzare le navi da guerra con l’asperges, non è il berciare da i’ balcone «la santità della famiglia» per poi sparapanzarsi adultero ai tardi indugi di un sonnolento tramonto. «Religio, religiones» (scrupoli o perplessità che ci «rilègano» al mistero) muovono a meditare sui destini umani e sulle fortune civili: non sono pratica che si esaurisce nell’inquadrare cappellani militari e vescovi castrensi da tenerli pronti e buoni per il dì della strage, nel comandare la Messa al campo, il presentat’arm al Santissimo co’ fucili mitragliatori, nell’invocare Cristo a benedire il siluro. No. Religione è una profonda attitudine a meditare sui destini umani e a servire la causa infinita che alcuni eletti (non io) hanno sortito da Dio. È un sommettersi a quel misterioso ignoto cioè non sempre razionalmente consapevole che sospettiamo essere, nella deserta luce della vanità, la presenza invisibile di Dio".
Carlo Emilio Gadda
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11 agosto 2009

Invincibile é....

"Invincibile non è chi sempre vince, ma chi mai si fa sbaragliare dalle sconfitte. Invincibile è chi, da nessuna disfatta, da nessuna batosta, si fa togliere la spinta a battersi di nuovo. Chi risorge dalla polvere, ammaccato dai colpi, è veramente invincibile. E non chi la polvere nemmeno la conosce".
Erri De Luca
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08 agosto 2009

Il cuore vigile

"Il problema centrale del nostro tempo, il problema che ci sovrasta e che appare sempre più difficile, è quello di trovare il modo di raggiungere una piena realizzazione di noi stessi conservando allo stesso tempo la libertà e cercando di adattare la società all'una e all'altra di queste esigenze. [...]. Invece di cercare la sicurezza in una ripetizione di comportamenti più o meno uniformi dobbiamo cercare di trovarla in una vita «buona», pur vivendo noi in un mondo che si trasforma molto rapidamente e nel quale abbiamo pochissime possibilità di prevedere l'esito delle nostre azioni. Per affrontare tale compito il cuore e la ragione non devono più rimaner separati. Il lavoro e l'arte, la famiglia e la società non devono più svilupparsi ciascuno per conto proprio. Il cuore audace deve infondere nella ragione il suo calore vitale, e la ragione deve perdere la sua astratta simmetria per ammettere l'amore e le pulsazioni della vita. Non possiamo più contentarci di una vita in cui il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Il nostro cuore deve conoscere il mondo della ragione, e la ragione deve essere guidata da un cuore vigile".

Bruno Bettelheim

*dalla Prefazione del volume di B.Bettelheim. Cuore vigile (Milano, Adelphi, 1988), già pubblicato nel 1965 con il titolo Il prezzo della vita (link al testo integrale pubblicato sul sito APM/Abolizionismo ).

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