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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

25 ottobre 2009

Sguardi di futuro

"[...] non eravamo ancora così rotti al mestiere da non desiderare di vedere il nostro lavoro compiuto. Anche se conoscevamo i limiti di quella politica e di quelle idee, e ne eravamo insoddisfatti, c’era tuttavia nel giornale qualcosa d’un oggetto d’arte, ogni giorno diverso, che aveva in sé un valore, qualcosa della sorpresa che è nelle cose che si fanno con le mani: nelle case, nelle pitture, nei libri. Quando, a notte alta, vedevamo uscire i fogli dalla rotativa, come colombe bianche che prendono il volo, con un gran sbattere d’ali, dalla colombaia, ci pareva ancora di assistere, come la prima volta, a un piccolo miracolo quotidiano".
Carlo Levi, L'Orologio, Torino, Einaudi, 1950).
(a proposito della redazione romana del quotidiano "Italia libera", 1945).


*su L'Orologio di Carlo Levi cfr. Labirinti di lettura. La riforma intellettuale e morale degli italiani attraverso una o tre letture, a cura di PierLuigi Albini (Associazione Lupo nella steppa)

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24 ottobre 2009

Non rinunciate mai ...

Cari ragazzi di quinta
Abbiamo camminato insieme per cinque anni.
Per cinque anni abbiamo cercato, insieme, di godere la vita; e per goderla abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne alcuni segreti. Abbiamo cercato di capire questo nostro magnifico e stranissimo mondo non solo vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore.
Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più felice possibile. E’ vero che non sempre è stato così, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà. E in fondo in fondo siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme cinque anni sereni (anche quando borbottavamo) e per cinque anni ci siamo sentiti "sangue dello stesso sangue".
Ora dobbiamo salutarci.
Io devo salutarvi.
Spero che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: Non rinunciate mai, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, ad essere voi stessi. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o "addomesticare" come vorrebbe.
Ora le nostre strade si dividono. Io riprendo il mio consueto viottolo pieno di gioie e di tante mortificazioni, di parole e di fatti, un viottolo che sembra sempre identico e non lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è ampia, immensa, luminosa. E’ vero che mi dispiace non essere con voi, brontolando, bestemmiando, imprecando; ma solo perché vorrei essere al vostro fianco per darvi una mano al momento necessario. D’altra parte voi non ne avete bisogno.
Siete capaci di camminare da soli e a testa alta, perché nessuno di voi é incapace di farlo.
Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, se voi non volete.
Perciò avanti serenamente, allegramente, con quel macinino del vostro cervello sempre in funzione; con l’affetto verso tutte le cose e gli animali e le genti che è già in voi e che deve sempre rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, onestà, e ancora onestà, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo, e voi dovere ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza, e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa sempre riuscire ad amare, e... amore, amore.
Se vi posso dare un comando, eccolo: questo io voglio.
Realizzate tutto ciò, ed io sarò sempre in voi, con voi.
E ricordatevi: io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno, qualcosa, vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme, perché voi siete parte di me, e io di voi. Ciao.

Alberto Manzi
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17 ottobre 2009

Poesia

Restare in silenzio
Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.

Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un improvvisa stravaganza.

Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l'uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.

Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell'ombra, senza far nulla.

Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.
E' della vita che si tratta; ....

Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio
interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.

Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d'inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.

Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.
Pablo Neruda
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10 ottobre 2009

"Libera Chiesa in Libero Stato"

"[..] Penso che la Chiesa, come tutti, abbia diritto di parlare, e chiunque parla è tutelato dalla libertà di ma­nifestazione del pensiero. Quando io dico quello che penso nessuno lo chiama ingerenza, perché a quel­lo che io dico non c’è acquiescen­za; una manifestazione di pensiero diventa cioè ingerenza non per col­pa di chi parla, ma per colpa di chi segue. Il vero problema non è che la Chiesa manifesti le sue opinioni, ma che ci siano dei politici dipen­denti. Ingerenza è sinonimo di di­pendenza, e non ci sarebbe inge­renza se ci fosse indipendenza. [...]"
Luigi Lombardi Vallauari
"L'Unità", 8 ottobre 2009
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07 ottobre 2009

Tutti, nessuno escluso ...

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
"
I Nostri Costituenti non scelsero a caso quel TUTTI come incipit dell'art. 3 e di alcuni articoli centrali della Nostra Costituzione (es. art. 21). Questa sera quel TUTTI ci rende più grati a chi lo scelse come pilastro della nostra Democrazia.


7 ottobre 2009: il Lodo Alfano è incostituzionale
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05 ottobre 2009

Se un individuo abile e ambizioso ...

"[..] Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civilta' e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperita' di tutti. In casi del genere, non sara' neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri. [...]
Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, trovera' la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà, a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine e' gia' schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro puo' presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i piu' piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non é raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si puo' fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Alexis de Tocqueville
La democrazia in America

04 ottobre 2009

Scenari di "libertà di stampa"

"[...] Governare col solo consenso della maggioranza, sia pure grandissima, non si può, perché occorre tenere a segno i dissidenti. Governare con la sola forza a lungo, neppure si può. Occorre dunque sapere se c’è il consenso, almeno implicito dei più. Perciò è utilissima una Camera (utile anche il referendum), indispensabile un’ampia libertà di stampa. Errore grande del secondo Impero di Francia, fu di toglierla quasi interamente. A che ha giovato allo zarismo russo di averla negata del tutto?
Attenti dunque di non cedere alla tentazione di limitarla notevolmente. Lasciate stare tutte le vanità di cui sono tipo i processi alla letteratura “immorale”, sovversiva, diretta ad ispirare “odio e disprezzo” del Governo, ecc. ecc. Lasciate gracchiare le cornacchie, ma siate inesorabili nel reprimere i fatti. Chi li vuole compiere sappia che la forza lo colpirà senza misericordia…e il più delle volte non si proverà neppure a compierli.
Vi sono grandi correnti di sentimenti che mai scompaiono, sebbene possano apparire più o meno alla superficie. Di questo genere sono la corrente della fede e quella dello scetticismo, dell’ideale e del materialismo, delle religioni positive e del libero pensiero (che è poi, anch’esso una religione). Si inganna chi crede di poterlo sopprimere. Sotto un’ideologia democratica scorreva la corrente del fascismo che dilagò poi alla superficie. Ora sotto di essa rimane la corrente avversa. Attenti a che, a sua volta, non dilaghi! Attenti a non darle forza con il volerla fermare del tutto!"
(Vilfredo Pareto, ottobre del 1923).


Questa citazione di Wilfredo Pareto del 1923 sembra una fotografia del nostro oggi. Le “cornacchie” gracchiano ovunque dall'una e dall'altra parte ma i FATTI restano sotto traccia. Se giovedì scorso Annozero avesse impostato tutta la trasmissione sui FATTI come li andava srotolando il reportage da Bari in cui l’inviato andava cercando i FATTI sollecitando risposte alle sue precise domande è probabile che quei 7 milioni di italiani che hanno visto la puntata di Rai 2 avrebbero capito che cosa veramente sia in gioco dal mese di aprile. Perché quei FATTI sono la “Notizia” da mettere in circolo per necessità democratica. Perché quei FATTI sono la vera cancrena che sta erodendo la nostra debole democrazia. Invece ancora una volta i FATTI, quelli davvero indecenti sono stati sommersi dallo spettacolo avvilente dell'incrocio delle parole urlate. Lo scandalo non era la escort in Tv, lo scandalo era la pratica delle tangentopoli consolidate, la malasanità che tutto avvolge per fame bulimica di danaro e di potere (medici che prescrivono inutili ma costosissime protesi a non malati), l'immoralità civile ed istituzionale che attraversa tutti gli ambiti della società, le donne degradate (ed ancor più quelle consapevoli di autodegradarsi) e la droga a montagne che entrano nei palazzi “giusti” per "oliare" le relazioni pubbliche ed orientare verso l'illecito, tutto predisposto per demolire ogni senso del convivere civile. Questi erano i FATTI, affossati nella palude del gossip e dalle cornacchie gracchianti dei talk show. E ancora una volta l'informazione ha perso.
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02 ottobre 2009

Poesia

Non guardare in alto
scava la terra.
Trova l'acqua
e più giù
scopri la roccia.
Scava fino e oltre il fuoco
ancora roccia e acqua.
Aldilà
della terra
rivedrai il cielo
e ancora scavando
toccherai con le mani
la tua carne,
viva.
Silvano Agosti
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01 ottobre 2009

«We the People»

[...] Il cambiamento sociale e politico si è sempre realizzato, dappertutto e in tutti i tempi, a partire da una miriade di azioni gratuite, a volte così inutilmente eroiche da essere sproporzionate rispetto alla loro efficacia: le gocce di una pioggia ininterrotta di lotte e sacrifici che alla fine inondano i bastioni dell’oppressione, se e quando i muri dell’incomunicabilità tra solitudini parallele cominciano a creparsi, e il pubblico diventa «We the people» [leggi tutto...]
Manuel Castells




*tratto da M. Castells, Comunicazione e potere, Milano, Università Bocconi editore, 2009, p. XIX.

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