"Nascere» e «morire» sono due momenti decisivi della nostra esistenza, su cui si concentrano moltissimi interrogativi. Tanto più che la scienza contemporanea, con le sue applicazioni quasi prodigiose, non semplifica, ma complica i problemi, anche perché permette di prendere in considerazione casi che prima venivano semplicemente abbandonati a se stessi. Per orientarsi in tutta questa problematica complessa è molto utile, accanto al semplice concetto di vita fisica, anche quello della dignità della vita. Esso è sostanzialmente, per un cristiano, il fatto che la vita fisica temporale è indirizzata alla eternità della vita divina. Non è quindi questione di alcune condizioni esterne, ma di qualcosa che inerisce al profondo della persona.
Per questo mi pare molto opportuno che si considerino i passi biblici relativi ai momenti estremi dell’esistenza di Gesù. E’ considerando questi momenti di «eccesso» o di «eccedenza» del destino di Gesù (pensando sia all’Incarnazione come alla morte di Gesù in croce) che è possibile cogliere la folgorante grandezza della dignità dell’uomo, che rispecchia quella di Cristo".
Carlo Maria Martini
*estratto da "La Stampa". 27 nov. 2009.
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