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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

27 novembre 2009

La dignità umana

"Nascere» e «morire» sono due momenti decisivi della nostra esistenza, su cui si concentrano moltissimi interrogativi. Tanto più che la scienza contemporanea, con le sue applicazioni quasi prodigiose, non semplifica, ma complica i problemi, anche perché permette di prendere in considerazione casi che prima venivano semplicemente abbandonati a se stessi. Per orientarsi in tutta questa problematica complessa è molto utile, accanto al semplice concetto di vita fisica, anche quello della dignità della vita. Esso è sostanzialmente, per un cristiano, il fatto che la vita fisica temporale è indirizzata alla eternità della vita divina. Non è quindi questione di alcune condizioni esterne, ma di qualcosa che inerisce al profondo della persona.
Per questo mi pare molto opportuno che si considerino i passi biblici relativi ai momenti estremi dell’esistenza di Gesù. E’ considerando questi momenti di «eccesso» o di «eccedenza» del destino di Gesù (pensando sia all’Incarnazione come alla morte di Gesù in croce) che è possibile cogliere la folgorante grandezza della dignità dell’uomo, che rispecchia quella di Cristo".
Carlo Maria Martini

*estratto da "La Stampa". 27 nov. 2009.

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25 novembre 2009

La ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
Edoardo Sanguineti

20 novembre 2009

La parola "No"

"[...] Quando penso alla parola "no", non la intendo nell'accezione più comune e immediata, ovvero come pura negazione. Al contrario, ne rivendico tutto il valore propositivo e costruttivo. Le faccio un esempio: ogni rivoluzione rappresenta un "no" che si impone o cerca di imporsi al "sì": allo status quo, agli interessi costituiti, al conformismo, al dominioo addirittura alla dittatura. Ora, so bene che nel corso degli accadimenti storici arriva poi, inevitabilmente, il momento in cui il "no" iniziale si converte di nuovo in un "sì". Sì all' ostentazione del potere, alla corruzione, alla confusione degli ideali iniziali che avevano determinato quella rivoluzione. Eppure, malgrado queste costanti e ripetute impasse, continuo a rivendicare tutto il valore dinamico e propulsivo della parola no" [...].
José Saramago
*Intervista a J. Saramago, "Repubblica", 19 nov. 2009
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15 novembre 2009

Oche selvatiche

Non devi essere buono.
Non devi camminare sulle ginocchia
per cento miglia nel deserto in penitenza.
Devi solo lasciar che il dolce animale del tuo corpo
ami ciò che ama.
Raccontami della disperazione, la tua, ed io ti racconterò la mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto il sole e i chiari cristalli di pioggia
si stan muovendo pei paesaggi, su praterie e profondi alberi,
su montagne e fiumi.
Intanto le oche selvagge, alte nel puro aere blu,
son di nuovo sulla rotta verso casa.
Chiunque tu sia, non importa quanto solo,
il mondo offre se stesso alla tua immaginazione,
come le oche selvatiche ti chiama, aspro ed eccitante -
annunciando ancora e ancora il tuo posto
nella famiglia delle cose.

Mary Oliver

12 novembre 2009

L'autorità del male

"[...] La dittatura nessuno la auspica e la vuole, a parole, ma in molti la preparano, giorno per giorno, approvando, spalleggiando ogni giorno ciò che svuota la democrazia, aggiungendovi ogni giorno qualcosa che la limita. Il passaggio dall'autoritarismo al terrore si annuncia in modi disparati, apparentemente disparati. Oggi è il drogato ucciso a percosse, domani il barbone bruciato vivo, la donna con le mani tagliate, che sembrano non lasciare traccia. Ma la lasciano, lasciano l'ostilità alle leggi, l'avversione ai diritti umani, l'ignoranza dei doveri. [...]"

Giorgio Bocca


*estratto da G. Bocca, L'autorità del male, "La Repubblica", 12 nov. 2009 [leggi tutto].
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08 novembre 2009

"Se si crede alla letteratura si crede al futuro..."

"[...] Il segreto stava nel non prendere la dittatura troppo sul serio. Bisogna prendere sul serio la letteratura. Allora si è in salvo, non si fanno avventure, si ha controllo, non si cade nelle trappole quotidiane. Si ha un territorio altro a cui essere fedele. Se si crede alla letteratura si crede al futuro, si ha un’altra dimensione consapevole, si scrive per la propria generazione e per le future, si ha una coscienza morale superiore, si posseggono già riferimenti sicuri. Scrivere qualcosa, pubblicare qualcosa. E’ una grande gioia, è una grande salvezza, si porta a termine una parte della missione, si è coscienti che l’opera vivrà. E questo da una specie di sangue freddo, una visione molto chiara delle cose. Il potere- duro, criminale, ridicolo insieme - non potrà fare niente contro di voi. Vi può infastidire, mettervi in prigione, ma in fin dei conti non può fare niente. Quando pubblicavo un’opera mi dicevo “ho pubblicato, è finita, lei non muore, è ormai là, in mezzo a questa vita idiota, in mezzo alla propaganda più idiota del mondo. [...]".
Ismail Kadaré
*estratto da un'intervista del 2004 di Piero del Giudice a Ismail Kadaré, scrittore albanese [leggi tutto]
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06 novembre 2009

Le praterie della libertà

"[...] Nell'uomo esiste un sentimento forse ancora più potente dell'amore e dell'odio: penso a quelle "passioni profonde", e spesso inspiegabili per un qualcosa che ai nostri occhi assume un valore supremo. Banalmente si parla di hobby, mentre invece è sul terreno della vera e propria passione che si gioca il nostro destino. In quello spazio libero e gratuito in cui ciascuno coltiva un intimo amore, senza negoziarlo né doverlo giustificare. Io ad esempio adoro il jazz, stare con il mio cane e andare per librerie antiquarie in cerca di antiche traduzioni dell'Iliade. Se qualcuno mi dice che sono modi sciocchi di passare il mio tempo, neppure rispondo. Perché sono convinto, al contrario, che essere presi per il collo da una passione, esserne posseduti, sia il dono più grande per un uomo. L'ho sempre detto ai miei studenti: coltivate le vostre eccentricità, ampliate gli spazi liberi del vostro spirito. Anche questo è un modo di dire "no" e preservare la "privacy"[...]".
George Steiner
*tratto da Franco Marcoaldi, George Steiner: abbiamo dimenticato l'importanza di dire no , “Repubblica”, 5 nov. 2009, p. 43 [leggi tutta l'intervista].
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01 novembre 2009

Alda Merini


Non siate solo stendardi
ma anche terra presente
Non siate solo musica
ma anche silenzio di perla.
Non perdete mai il contatto
del vostro cammino:
ricordatevi che il sangue si ferma
perché non vuole parlare.

Alda Merini
31.3.1931 - 1.11.2009
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1989 - Le sorprese della storia

"[....] Il me semble que la chose la plus importante aujourd'hui - et mes expériences des dernières décennies ne cessent de m'en convaincre - serait d'adopter une attitude humble à l'égard du monde, de respecter ce qui nous dépasse, de tenir compte du fait qu'il existe des mystères que nous ne comprendrons jamais et de savoir qu'il faut assumer notre responsabilité sans la fonder sur la conviction que nous savons tout, en particulier comment tout va finir. Nous ne savons rien. Mais l'espoir, nul ne peut nous l'ôter. Du reste, une vie qui ne réserverait aucune surprise serait bien ennuyeuse."
Vaclav Havel
Vaclav Havel, Le sorprese della storia "Le Monde", 31.10.09 (per il ventesimo anniversario della liberazione della Cecoslovacchia)
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*Link al sito di Vaclav Havel

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