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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

28 febbraio 2010

Proposta di civiltà

[...] Ecco allora la proposta che avanzo, una proposta di legge di iniziativa popolare, composta di un solo articolo che ratifica il capitolo C della convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992 e che «garantisce l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari di permesso di soggiorno Ce per i soggiornanti di lungo periodo secondo le modalità di esercizio e le condizioni previste per i cittadini dell’Ue demandando a un decreto del ministero degli Interni la disciplina per l’iscrizione nelle liste elettorali degli stranieri».
Una proposta di legge di iniziative popolare con un obiettivo ambizioso: un milione di firme in Parlamento, per dimostrare che gli italiani hanno fiducia, per far vedere l’Italia della convivenza per far scendere in campo da protagonisti i cittadini stranieri, far vedere i loro volti e valorizzare i loro talenti. Anche così si costruiscono i nuovi italiani. Vogliamo discuterne e provarci insieme?
Livia Turco
"L'Unità", 28.2.2010
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19 febbraio 2010

Il coraggio dei piccoli gesti

[...] Non è necessario identificare il coraggio solo con gesti eroici o rivoluzionari. Penso piuttosto ad un modo di vita che come primo passo rinneghi l'illegalità, il fascino comodo dell'illegalità, a partire dalle piccole cose quotidiane: il non occupare un parcheggio riservato ai portatori di handicap, il dichiarare correttamente i propri guadagni, l'acquistare i programmi per il computer invece che scaricarli illegalmente, ecc... Si tratta, cioè, di rappresentare attraverso il rispetto delle regole, il fatto che «l'altro» ci sta a cuore. Nulla di eroico. Rispettare le norme, aderire alle stesse, rappresenta che ci sta a cuore la collettività: che, quindi, la riconosciamo nella sua supremazia; anche rispetto a ciascuno di noi. Messaggio, questo, che in certi contesti è certamente rivoluzionario e che deve essere fatto proprio da chi ambisce a rappresentare la collettività. Se in certe zone d'Italia lo Stato è ora pressoché assente, chi guarda da lontano non può sentirsi solo legittimato a criticare o predicare: deve dare l'esempio, poiché se il senso del valore Stato non parte da dove le istituzioni funzionano meglio è impossibile pensare che si sviluppi dove esse sono prive di autorità. Tanto più se non c'è neppure l'alibi della paura a condizionare i comportamenti, ma c'è solo la ricerca dell'affermazione personale.[...]
Umberto Ambrosoli*

 Umberto Ambrosoli, Serve il coraggio dei piccoli gesti, "Corriere della Sera", 1 nov. 2009 [..leggi tutto]


* Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli   (v. Corrado Stajano, Un eroe borghese, Torino, Einaudi, 1991 e 2005.
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18 febbraio 2010

Servitori dello Stato

[....] La riservatezza, il senso d’opportunità, l’estraneità ad amicizie potenzialmente in conflitto rispetto agli obblighi della funzione, per un dipendente statale, di qualsiasi livello e a qualsiasi ordine appartenga, non sono manifestazioni di ipocrisia o di moralismo bigotto e passatista. Sono sacrifici, magari anche limiti a quella manifestazione del pensiero che è costituzionalmente garantita a tutti i cittadini, ma che si esercita nelle forme e nei modi consentiti a chi riveste un ruolo così delicato. Possono essere anche «discriminazioni», come le chiama il pm Nicastro, a cui si dovrebbero assoggettare volentieri coloro che, senza alcuna costrizione, scelgono una carriera nell’amministrazione pubblica.
Il prossimo anno si festeggeranno i 150 anni dello Stato italiano. Invece dei soliti riti celebrativi e delle solite polemiche retrospettive sulle virtù degli Stati borbonici e le crudeltà repressive dei piemontesi, ecco un bel tema di riflessione e di discussione pubblica. Anche perché la corruzione va colpita in sede giudiziaria, ma va combattuta prima di tutto nella testa dei cittadini. Specie se sono «servitori dello Stato».
Luigi La Spina

Luigi La Spina, Chi serve lo stato non ha amici, "La Stampa", 18 febbraio 2010 [.. leggi tutto].

Per capire chi é un "servitore dello Stato" v. Nando dalla Chiesa, Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione, Torino, Einaudi 1992.

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14 febbraio 2010

Curiosa Italia

"[...] L’Italia resta un paese pieno di grandi contraddizioni e diversità, ed è tuttora, nonostante tanta omologazione, mala politica, mala amministrazione, mala educazione e il populismo che ha prosperato sul “genocidio” del popolo, proprio per questo un paese che può non annoiare e dove in qualche modo è sopportabile vivere, perché vi si può ancora sperimentare il sentimento della curiosità e non solo quelli della ripulsa, dell’indignazione, del disgusto. [...]"
Goffredo Fofi

*Goffredo Fofi, L’Italia dei «luoghi arresi», "L'Unità", 7 febbraio 2010 [leggi tutto],  a proposito del libro di Franco Arminio, Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia, Roma-Bari, Laterza, 2010.

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