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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

28 marzo 2010

La parola


"Dare la parola a tutti
non perchè tutti diventino artisti,
ma perchè nessuno sia schiavo"
Gianni Rodari



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25 marzo 2010

Le parole cambiano il mondo

"[...] Non è lo scrittore, l'autore, non è neanche il libro in sé, né la parola da sola, che riesce ad accendere riflettori e per questo a mettere paura. Quello che realmente spaventa è che si possa venire a conoscenza di determinati eventi e, soprattutto, che si possano finalmente intravedere i meccanismi che li hanno provocati. Quel che spaventa è che qualcuno possa d'improvviso avere la possibilità di capire come vanno le cose. Avere gli strumenti che svelino quel che sta dietro. E soprattutto avere la possibilità di percepire determinate storie come le proprie storie.
[...] La parola, se smette di essere mia, di altri dieci, di altri quindici, di altri venti e diventa di migliaia di persone, non si può più delegittimare, perché anche se si delegittima me quelle parole sono già diventate di altri. E se anche si dovesse eliminare fisicamente la persona che per prima le ha pronunciate, sarebbe comunque troppo tardi.
So bene che si rischia di essere tacciati di eccessivo romanticismo se si pronunciano espressioni come "parola usata da molti", "parola contro il potere". Ma sono convinto che far diventare concreta una parola significhi innanzitutto consentirle una piena realizzazione nel quotidiano. E affinché la parola diventi realmente efficace contro le mafie non deve concedere tregua.[...]".
Roberto Saviano


R. Saviano, Così le parole cambiano il mondo, "La Repubblica", 25 marzo 2010.
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"I profeti si rivolgono al futuro, lo scrittore è come il vigile del fuoco del linguaggio, rivelatore di fumo. È come una sentinella, si rivolge al passato e deve capire qual è l’esatta parola da usare. Io sono sensibilissimo alle parole: lo scrittore deve essere sempre responsabile verso il linguaggio, deve gridare quando il linguaggio è violentato. Quando sento che la lingua viene corrotta io mi ribello e fungo da sentinella, quando sento che “gli esseri umani sono considerati parassiti” io protesto, tutti i giorni ci devono essere proteste contro l’abuso della lingua da parte dei politici, dei demagoghi, dei giornalisti, dei sociologi."
Amos Oz

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21 marzo 2010

Giornata mondiale della Poesia ... e della Lentezza



Poesia
è rifare il mondo, dopo
il discorso devastatore
del mercadante.

Davide Maria Turoldo




(con sicuro riferimento alle vicende di questi tempi tristi e irresponsabili)
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17 marzo 2010

Le Regole

[...] Ma l'insensibilità all' osservanza delle leggi sembra diffondersi come un liquame gelatinoso; la sua sorgente è la classe politica, ma non so se a quest' ultima si contrapponga un Paese reale più sano e meno inquinato. In questo caos è sempre più difficile distinguere guardie, ladri e derubati. Certo, siamo tutti insofferenti di leggi e di regole, sempre impari, nella loro inevitabile convenzione, al fluire della vita. La maturità di un individuo e di una società consiste nell' armonia con cui si sanno conciliare giustizia ed equità, rispetto delle leggi e capacità di risolvere umanamente i conflitti che in certi casi la loro rigidezza può provocare, senza passare disinvoltamente al di sopra di esse, ma trovando una modalità anche formale di risolvere quel conflitto. Talvolta il summum ius può diventare summa iniuria, massima ingiustizia, e allora si pone un conflitto che va risolto. Ma se non c'è nessun ius, c'è sempre e soltanto la massima iniuria, il trionfo dell' ingiustizia ovvero dei più forti privi di freni nella loro oppressione dei deboli. [....].
Claudio Magris

C. Magris,  La Regola é Liberta' anche se non piace, "Corriere della sera", 15 marzo 2010  [leggi tutto]


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11 marzo 2010

Gli infrangi-legge

"Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo."
Vittorio Alfieri
Della Tirannide
Libro 1, Cap. 2

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07 marzo 2010

Senza sogni

"E' come se l'Italia avesse smesso di sognare. Parliamo tanto di riforme, ma per farne che? Dopo la caduta del Muro di Berlino, la crisi economica, é cambiata la concezione del mondo; e l'Italia in che modo é entrata nel nuovo millennio? Nel modo peggiore, smarrendo se stessa, senza sogni, senza speranze, smarrendo se stessa. Viviamo una condizione di rassegnazione, di inerzia a voler cambiare il mondo. Una malattia sottile"
Mons. Vincenzo Paglia


Vincenzo Paglia - Franco Scaglia, In cerca dell'anima. Dialogo su un'Italia che ha smarrito se stessa, Milano, Piemme editore, 2010.
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06 marzo 2010

Impunità

"[...] La forza legale non proteggeva in alcun conto l'uomo tranquillo, inoffensivo, e che non avesse altri mezzi di far paura altrui. Non già che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi anzi diluviavano; i delitti erano enumerati, e particolareggiati, con minuta prolissità; le pene, pazzamente esorbitanti e, se non basta, aumentabili, quasi per ogni caso, ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori; le procedure, studiate soltanto a liberare il giudice da ogni cosa che potesse essergli d'impedimento a proferire una condanna: gli squarci che abbiam riportati delle gride contro i bravi, ne sono un piccolo, ma fedel saggio. Con tutto ciò, anzi in gran parte a cagion di ciò, quelle gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l'impotenza de' loro autori; o, se producevan qualche effetto immediato, era principalmente d'aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da' perturbatori, e d'accrescer le violenze e l'astuzia di questi. L'impunità era organizzata, e aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smovere. Tali eran gli asili, tali i privilegi d'alcune classi, in parte riconosciuti dalla forza legale, in parte tollerati con astioso silenzio, o impugnati con vane proteste, ma sostenuti in fatto e difesi da quelle classi, con attività d'interesse, e con gelosia di puntiglio. Ora, quest'impunità minacciata e insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente, a ogni minaccia, e a ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuove invenzioni, per conservarsi. Così accadeva in effetto; e, all'apparire delle gride dirette a comprimere i violenti, questi cercavano nella loro forza reale i nuovi mezzi più opportuni, per continuare a far ciò che le gride venivano a proibire [...].
Alessandro Manzoni
 I promessi sposi, Cap.1

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04 marzo 2010

Censura

La decisione di chiudere i programmi di approfondimento Rai è gravissima. Senza precedenti in Europa. È come se ci fosse paura che questi programmi svelino illusioni spesso spacciate per realtà”. Il miracolo de L'Aquila. Non è vero: L'Aquila muore. La crisi è finita. Non è vero: la crisi continua a mordere. Della mafia non si parla, la criminalità organizzata governa di fatto un terzo del Paese. Nascondere i problemi vuol dire aggravarli. Portarli alla luce, litigare sui problemi potrà dispiacere a chi governa ma è un aiuto a pensare oltre a essere la regola numero uno della democrazia: conoscere per deliberare".
Corrado Augias
Le Storie, Rai3
2 marzo 2010

Copyright

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