- Scorrendo questo blog acconsenti all'uso dei cookie presenti. -


Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

31 ottobre 2012

Poesia





Folon


_____

Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.

Sandro Penna

29 ottobre 2012

L'arte di trovare la parola giusta

[...] Ecco cosa mi ha dato la scrittura: la sensazione di non essere una vittima passiva e impotente di ciò che è accaduto. Ovviamente non potrò cancellare il passato e non potrò riportare in vita il mio caro e neppure far muovere nulla in lui. Ma non sarò paralizzato e immobile contro l’arbitrio che mi ha colpito. E un’altra cosa ho imparato in questi anni: in certe situazioni l’unica libertà che ha un uomo è quella di formulare la propria storia con le proprie parole, non con quelle dettate da altri. So quanto sia piccolo l’atto creativo dinanzi alla morte. Quanto l’impulso di creare, inventare, immaginare, insistere a cercare la parola giusta, l’unica, sia senza speranza. E, in generale, so quanto sia fragile l’illusione umana che questo sforzo di precisione abbia un qualche significato “obiettivo” in un mondo indifferente, arbitrario e inspiegabile. Eppure, mentre scrivevo, avevo spesso la sensazione che se avessi trovato la parola giusta avrei in qualche modo compiuto una piccola riparazione; avrei creato un luogo – o addirittura una casa – per me e forse anche per chi leggerà il libro, in un mondo divenuto quasi interamente terra di esilio. Del risultato finale, del libro terminato come opera che va incontro al suo destino, testimonieranno gli altri. Io posso solo dire che mentre lavoravo a questo libro sentivo – in contrasto con le circostanze in cui è stato scritto – di essere fortunato perché potevo dare a tutto “questo” parole.
David Grossman

D.Grossman,  Come trovare le parole per raccontare una tragedia, "la Repubblica", 29 ott. 2012


22 ottobre 2012

Un'Enciclopedia delle bellezze infinite dell'Italia


[....] Immaginate un’Enciclopedia dell’infinito patrimonio artistico italiano. Già questa sarebbe un’operazione grandemente meritoria e necessaria, di cui le generazioni future ci sarebbero grate, ma ora provate a immaginare di proiettare nel futuro questo atto d’amore e rispetto verso il passato, e di rendere L’Enciclopedia facilmente consultabile e digitalmente disponibile a tutti, su internet e su ogni telefonino, in qualsiasi momento e in tutto il mondo.
Immaginate un’Italia che riesce a trasformare secoli di conoscenza, tutti i gioielli della sua storia e della sua cultura, in un prodotto globalmente desiderabile. Un’Italia che offre ai milioni di nuovi benestanti del mondo – tra l’altro resi tali dalla globalizzazione che ha così crudelmente colpito il nostro grande cuore manifatturiero – la conoscenza del patrimonio artistico più straordinario del pianeta attraverso il loro telefonino: basterebbe puntarlo contro una chiesa, inquadrarlo nello schermo, e apparirebbe l’informazione che, guarda un po’, dentro quelle mura c’è un Caravaggio.
E poi, perché fermarsi? Perché non inserire nell’idea di patrimonio italiano anche il culto del saper vivere? Perché non affiancare all’arte anche le grandezze del nostro design, dell’arte contemporanea, della moda, della musica, dell’opera, del teatro e del cinema, dell’artigianato, persino del cibo e del vino? Perché non segnalare al mondo la bellezza, sia quella che si può comprare, sia quella che non si può comprare: i panorami più belli del mondo, i luoghi della storia, le spiagge più belle, i gioielli che sono le nostre isole?
Eh, ditemi, perché no?
Edoardo Nesi


*E. Nesi, L’enciclopedia della bellezza scritta dai ragazzi, "Repubblica",  22.10.12





06 ottobre 2012

Poesia

 
[...]
 E senti allora,
se pure ti ripetono che puoi
fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c'è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,
e che il cammino è sempre da ricominciare.

Eugenio Montale


_____

03 ottobre 2012

La dolce Maria

"[...] Finché vivi sei immortale perché aperto alla vita dei vivi. Una presenza calorosa, un appello all'azione, alla speranza, al sorriso anche di fronte alla sventura, una ragione per credere, credere a dispetto dei fallimenti e dei tradimenti, credere nell'umanità dell'altro, è questo che si chiama amicizia."
Elie Wiesel



Nell'ultimo libro di Wiesel si nota in tutta evidenza la sequenza di espressioni delicate riservate al personaggio "la dolce Maria", parole  speciali scelte nel dizionario della bontà del cuore (pp. 93-100). E nei pensieri di chi legge  "la dolce Maria" si affianca a "nonna Teta Lerner",  la "grassa, rabbiosa" nonna di Gad Lerner, che nelle ultime pagine di Scintille si rivela come la donna della salvezza, quasi a ricordarci che non esiste il normotipo della "bontà del cuore" perché "l'umanità dell'altro" ci sorprende nel modo più inatteso.


*E. Wiesel, Le due facce dell'innocente, Garzanti, 2012, p. 134.
Gad Lerner, Scintille. Una storia di anime vagabonde, Feltrinelli, 2009, pp. 215-220.
____
 


Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.