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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

28 novembre 2014

Piccole virtù che salvano il mondo

I giusti
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Louis Borges

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03 novembre 2014

Conflitti generazionali

"[...] io e mia figlia potremmo concordare in questo: ch'ella possa, e anzi debba odiare, l'antiquato che ci fosse in me, il superato, il retrivo, ma non odiare l'antico. Ho paura di una sua rivoluzione inconsulta; mia figlia dovrebbe sfrondarmi a colpi di accetta dei miei rami morti o morenti, ma risparmiare le mie radici. Lei non lo sa, o non vuole accorgersene ma le miei radici si protendono fino a lei. È verissimo che solo i nuovi e i diversi sanno rivoluzionare il mondo e hanno ragione di farlo; è verissimo che non ci vuole troppa comprensione né troppa compassione da parte di chi vuoi rifare tutto e dare una scossa definitiva a ciò che è maturo e indugia troppo a cadere. Ma questo è un problema di mezzi, di forze strumentali, non di principi e non di fini. lo sono convinto che le rivoluzioni profonde le compie chi sa quel che perde e non certamente chi non lo sa; i grandi eversori della storia sono nati in famiglie che conoscevano i beni della vita, della potenza e non erano solo pieni di disprezzo per tutto; gustavano le tradizioni e perciò quanto meglio le conoscevano tanto più dirittamente sapevano rinunciare e colpire, abbattere. Il disprezzo che ha mia figlia (naturalmente mitigato dall'affetto) per le mie abitudini e i miei "passatismi" è quel che le servirà per allontanarsi definitivamente dalla pianta paterna, ma non quello che le basterà per creare a se stessa il nuovo nido: ci vuole molto, molto amore per distruggere a fondo, molto e tenace orgoglio del passato per rinnovarsi davvero."
Franco Antonicelli, 1968

* "La Repubblica", 3.11.2014.

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