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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

19 marzo 2018

La non-libertà

"Tutti gli scrittori russi hanno scritto degli uomini non-liberi per antonomasia, di detenuti e forzati. Hanno iniziato Tolstoj con Resurrezione, Dostoevskij con Memorie di una casa morta, Chechov con L’isola di Sachalin, Solzhenitsyn con Arcipelago Gulag e Nabokov con quel romanzo splendido che è Invito a una decapitazione. La prigione è l’apice della non-libertà, della prigione ci si libera spesso solo morendo. E di chi è stato privato della più elementare fra le libertà, la letteratura russa ci ha mostrato le sofferenze indicibili e profonde, sviscerando ogni sfumatura del processo di annientamento e disgregazione dell’individuo in condizioni di non-libertà estrema, di reclusione forzata. Il tema “prigione” non è un’esclusiva della letteratura russa. Questa, però, non ha cercato una narrazione romantica o convenzionale sulla perdita della libertà, ma ha fatto del tema della libertà perduta il fulcro dell’esistenza umana."
Ludmila Ulitskaja


*Repubblica, 19.3.2018


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 "Mi sento una studiosa delle frontiere e dei confini, non solo geografici – nella vita di una persona ci sono tante frontiere".
Ljudmila Ulitskaya 



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