“Dalle finestre alte, una luce ormai debole rischiarava gli ambienti. Fuori: Torino! Ci avvicinammo al poggiolo. I tetti delle case, verso il centro, erano sotto di noi. Scorgevamo, lontano, le sagome degli edifici del centro e dei monumenti famosi. Il silenzio era rotto di tanto in tanto da qualche raffica. A poco a poco nella città scendeva il silenzio. I combattenti stavano per concedersi una sosta: nessuna luce era accesa, ma i nostri occhi individuavano (o indovinavano?) ogni luogo. Torino, con i segni della guerra in ogni dove e con il silenzio delle ore solenni, era attorno a noi e si preparava al riposo. Era l'ultima notte di ansie e di sacrifici. L'alba di domani avrebbe illuminato la bandiera della libertà. Il popolo per il quale eravamo partiti volontari attendeva il domani, il primo giorno della nuova Italia.”
*Carlo Milan, “Per la libertà” (1995), p. 197.
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