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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

30 ottobre 2019

Il razzismo


"Il razzismo non si oppone solamente a questo o quel punto particolare della cultura cristiana e liberale. Che qui non è questo o quel dogma della democrazia, del parlamentarismo, del regime dittatoriale o della politica religiosa ad esser messo in causa. È l’umanità stessa dell’uomo"
Emmanuel Levinas

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24 ottobre 2019

La lista di Italo Calvino

"Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va.
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare."
Italo Calvino

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23 ottobre 2019

Una non/autobiografia


Teresa Cremisi
La Trionphante, 
Adelphi, Milano, 2016
Questo libro è la storia di una bambina nata ad Alessandria d'Egitto, dove ha vissuto un'infanzia felice esplorando con sagace curiosità un universo in cui il "vento della Storia" coesisteva con "l'odore di putrefazione, la lebbra che corrode i muri, i fiori selvatici che spuntano alla rinfusa, le risate libere e impertinenti, l'allegro fatalismo"; una bambina che, a differenza delle sue coetanee, amava le battaglie navali e "conosceva a menadito la differenza tra i cannoni da 36 libbre e quelli da 32" - e il cui eroe era Lawrence d'Arabia. Ma è anche la storia di un'avventuriera: quella in cui ha saputo trasformarsi la protagonista dopo essere stata costretta ad abbandonare la luce della sua terra e il profumo del suo mare, lasciandosi alle spalle un Oriente fantasmatico e partendo alla ricerca di un Occidente che lo era almeno altrettanto. Ed è soprattutto la storia di una donna che, soffocando la tentazione vana della nostalgia, ha affrontato a testa alta, come una sfida del destino, le umiliazioni dell'esilio e gli inevitabili rischi che comporta l'essere, sempre e ovunque, la straniera; e che è riuscita, con le sole armi della tenacia e dell'ironia, a diventare, in qualche modo, ciò che sognava di essere: un ammiraglio - e a portare a termine, al pari di Ulisse, il proprio viaggio. Senza tuttavia mai perdere - come ha detto l'autrice stessa in un'intervista - "quella malinconia, tipica dell'esule, che la induce a chiedersi in ogni momento se è davvero al posto giusto".

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14 ottobre 2019

Studiare i classici

"Il problema non è se i classici sono attuali, semmai se lo siamo noi rispetto a loro. Leggere, invece, gli autori del passato aiuta a recuperare la consapevolezza di un destino comune al genere umano, ad acquisire il senso della continuità, della pluralità e della ricchezza."
 Franco  Manzoni

*Corriere della sera, 14.10.2016.


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13 ottobre 2019

Note a margine

"Nel procurarmi i libri, mi son sempre premurato di avere un margine spazioso; non per amore della cosa in sé, pur gradita, quanto per la facilità con la quale mi permette di segnare a matita pensieri suggeriti, identità e divergenze di opinione o brevi commenti critici in genere. Laddove quel che devo annotare sia troppo per stare racchiuso entro i ristretti limiti di un margine, lo affido a un pezzettino di carta e lo depongo tra le pagine; badando a fissarlo con una dose infinitesima di colla adragante".  
Edgard Allan Poe

"Democratic Review", novembre 1844  (cfr. E. A. Poe, Marginalia, Adelphi, Milano, 2019, p. 11.

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10 ottobre 2019

Poesia

Il problema è avere gli occhi
e non saper vedere
non guardare le cose che accadono.
Occhi chiusi.
Occhi che non vedono più....
Che non sono più curiosi.
Che non si aspettano
che accada più niente
Forse perché non credono
che la bellezza esista.
Ma sul deserto delle nostre strade
Lei passa
rompendo il finto limite
e riempiendo i nostri occhi
di infinito desiderio.
Pier Paolo Pasolini

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01 ottobre 2019

Leggere

"La gente paragona i libri alle serie tv, ma non capisco il confronto. Per me un romanzo è prima di tutto la forma più intima dell'arte. Non la posso guardare con un amico sullo schermo, ho bisogno di isolarmi per leggere. Non c'è nessun'altra creazione artistica che chieda una tale concentrazione. Se la voglio condividere te la devo leggere, creando uno spazio di enorme confidenza. E dove c'è interiorità, c'è libertà".
Yaniv Iczkovits 

*La Repubblica, 23.10.2018.

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