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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

25 maggio 2020

Dove l'uomo ha lavorato bene

"Dove l'uomo ha lavorato bene, lì è il bene, per l'uomo:
lavoro sopra lavoro, gli è già abitabile il mondo:
qui c'è la stazione dei treni, qui la trottola gira e rigira,
il prato sta bello innaffiato, il tostapane funziona:
anche la mano, per l'uomo, gli è diventata già umana,

e c'è il ditale, c'è il guanto, ci stanno le buone carezze:

dove l’uomo ha lavorato bene, lì è il bene, per l’uomo: 
cultura sopra cultura, gli è già razionabile il mondo:
quando risplende l’affresco, mattone è già sopra mattone:
per una ballatetta così, ci vuole la carta, la penna:
anche la testa, per l’uomo, gli è diventata già umana,
e c’è il pettine, c’è il cappello, ci stanno le buone pensate:
dove l’uomo ha lavorato bene, lì è il bene, per l’uomo:
e quasi gli è diventato tutto trasformabile il mondo:
si è allevato, si è coltivato, i peperoni, i caproni: 
arriva poi che davvero si addomestica i nuclei, le rampe:
ci suderanno archeologi, allora, sopra gli scudi spaziali,
sopra le bandiere con le medaglie, e sopra i militi ignoti:
persino l’uomo, per l’uomo, gli può diventare già umano:
può mettere un significato, in questa preistoria:"
Edoardo Sanguineti



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21 maggio 2020

Priorità

 In questi mesi non abbiamo mai sentito un imprenditore, un commerciante, un professionista, un preside, un politico, un sindaco lanciare la proposta di fare scuola in ogni modo possibile nei mesi estivi con tutta l'inventiva di cui gli italiani sarebbero capaci? Nessuno, proprio nessuno. L'economia è la priorità, il turismo è la priorità, l'outlet da intasare è la priorità ma non la scuola, non l'istruzione, non la formazione così necessaria per la buona economia, così necessaria per il ben-essere di una società intera. La scuola no. La scuola può aspettare, la scuola è rinviabile e magari potrà proseguire da settembre a distanza. Di fronte a questa "dimenticanza", dovrebbe scattare quel "potere dei senza potere", che è il titolo del magnifico libro di Vaclav Havel, che proprio si dovrebbe far leggere a scuola (anche ai docenti): coinvolgere bambini e adolescenti in una straordinaria esperienza sul campo di educazione civica con la più impensata delle utopie.
Per questo l'estate 2020 richiede a chi crede nella urgenza della scuola una straordinaria prova di Volontariato per fare lezione ovunque sia possibile, in ogni modo possibile, con creatività e passione, per svegliare le coscienze e rendere ben visibile la priorità dell'istruzione, al di là di ogni altro interesse. Possiamo trasformare questa emergenza in una straordinaria lezione di etica pubblica. In Italia ci sono tre mesi, giugno, luglio e agosto, pieni di luce e di sole, pieni di spazi all'aperto, sale pubbliche e private tutte da occupare per fare scuola a piccoli gruppi nel rispetto delle regole sulla distanza fisica (non sociale) con modalità in presenza docenti, bambini e ragazzi. In qualsiasi luogo è possibile attrezzare un'aula con sedie e tavoli e una lavagna (basta una lavagna per fare una lezione coinvolgente!). Questa dovrebbe essere la vera invenzione-rivoluzione: mille, diecimila, centomila  “aule” nelle piazze, nei giardini pubblici, nei parchi, nelle scuole, nei musei, nei teatri, al mare, in montagna, nelle città, oasi dell'apprendimento dove l'insegnare sia la grande lezione per la politica che risolve il problema scuola rimuovendolo.
mm


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19 maggio 2020

il lavoro

"[...] Abbiamo di fronte una grande sfida etica e culturale: quella di ricostruire il senso del lavoro nella sua dimensione personale e collettiva. Il lavoro è diritto, dovere, responsabilità, costruzione politica e sociale. Non è fine a se stesso, ma diventa un momento di un cammino dotato di significati più ampi e più ricchi. Attraverso il lavoro di ciascuno si alimenta creativamente un bene comune, il più ampio possibile".
Prof. Lorenzo Caselli,
"La vera sfida oggi è investire sul lavoro".Repubblica-Il Lavoro, 19.5.2020.

Lorenzo Caselli chiarisce nel modo più limpido e nella sua interezza il perché dell'art. 1 della nostra Costituzione: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

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18 maggio 2020

Poesia

Non credere troppo in fretta
all'inimicizia degli altri,
quasi sempre è distrazione o stanchezza,
non credere neppure
che il dolore sia assegnato
per sempre.
Non pensare a quello che non ti danno,
pensa al bene
da portare agli altri.
Non aggrovigliarti.
Butta via ogni giudizio,
fatti ramo.

Franco Armino

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14 maggio 2020

Ho pianto.


"È vero. Ho pianto. Ho faticato, ho combattuto, e alla fine ho pianto. Hanno accostato le mie lacrime ad altre lacrime: le hanno riportate ad un genere, quello femminile. Io invece ho avuto la forza di piangere - sì, la forza - perché ho fatto una battaglia per qualcosa in cui credevo sin dall’inizio, perché ho chiuso il cerchio di una vita che non è soltanto la mia, ma è quella di tantissime donne e uomini che come me hanno lavorato nei campi.
Però una cosa la voglio dire, a chi sta con me e a chi sta contro di me: le lacrime non le giudicate perché appartengono non a me sola, ma a chi ha ogni giorno il coraggio di sfidare per cambiare, sapendo che si può perdere o vincere. Sono cose che hanno a che fare con la vita, con l’impeto e la forza delle idee. Le lacrime sono il segno costitutivo, generativo della nostra specie. Chi le teme, o chi non ne comprende il senso e la forza, ha perso di vista il carattere più importante dell’umano: la coscienza delle cose, quant’è prezioso mostrarsi vulnerabili. Se abbiamo perso di vista questo, se non sappiamo più riconoscere cosa significa il pianto di chi crede in quello che fa, è preoccupante. Più di ogni battaglia, vinta o persa che sia.
La forza delle donne, ed anche di molti uomini, è proprio saper piangere: non esiste un “pianto di genere“, perché l’unico genere capace di pianto è quello umano. Le donne qui non c’entrano nulla: c’entrano coloro che ogni giorno portano avanti le battaglie in cui credono, magari impopolari ma giuste. Quelli che avanzano il cuore senza bisogno di calcolare le distanze. Spostano la notte più in là. E credono nella politica che guarda in faccia i problemi che attendono risposte."

Teresa Bellanova (Ministro dell'Agricoltura)

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13 maggio 2020

Memoria


13/5

e che il dono ch’io ho, da lui l’ho avuto
Umberto Saba

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12 maggio 2020

Il mostruoso mondo



"Perché anche noi negli ultimi due decenni abbiamo vissuto nella convinzione che il mostruoso mondo di ieri da cui traiamo origine ce l'eravamo lasciato alle spalle e l'avevamo sostituito con un altro. E adesso anche noi dobbiamo prendere atto che eravamo vittime di un'illusione: ciò che per noi ha fatto 'le veci del padre' è identico al 'padre' che aveva dominato due decenni fa. Oppure, espresso altrimenti: il mostruoso non soltanto è 'stato' , ma è stato una introduzione."

Günther Anders

*Günther Anders, Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze, 1995.

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08 maggio 2020

Joyce

Senti, sia come sia, ti confesso
che non m’interesso molto al successo
ma appassionatamente al succede
e al succederà.
Il successo è un paracarro
una pietra miliare
che segna il cammino già fatto.
Ma quanto più bello il cammino ancora da fare
la strada da percorrere, il ponte
da traversare
verso l’imprevedibile orizzonte
e la sorpresa del domani
che hai costruito anche tu

Joyce Lussu

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06 maggio 2020

La Storia

"La gente pensa che la storia abbia il respiro lungo, ma la storia, in realtà, ti si para davanti all'improvviso."
Philip Roth

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02 maggio 2020

"Dell'insegnare", 1842 (ma per la nostra contemporaneità)



"Devo ringraziare le persone compiacenti che raccolgono le mie lezioni, ma nel contempo devo pregarle di non dare a questo alcuna pubblicità. parlo con fiducia a voi, a voi soli, e non alla gente di fuori. Non vi confido solamente la mia scienza, ma il mio pensiero intimo sul tema più vitale. appunto perché è molto numeroso, molto completo (per età, sesso, province, nazioni,..), in questo uditorio sento l’umanità, l’uomo, cioè me stesso. da me a voi, da uomo a uomo, tutto può dirsi. Sembra che uno solo parli, qui: errore, anche voi parlate. Io agisco e voi reagite, io insegno e voi m’insegnate. le vostre obiezioni, le vostre approvazioni sono per me molto sensibili […] L’insegnamento non è, come si crede, un discorso accademico o un’esibizione; è la comunicazione vicendevole, doppiamente feconda tra un uomo e un’assemblea che cercano insieme. La stenografia più completa, più esatta, riprodurrà il dialogo? no, riprodurrà solamente ciò che ho detto e non anche ciò che non ho detto: io parlo anche con lo sguardo e il gesto. La mia presenza e la mia persona sono una parte considerevole del mio insegnamento. La migliore stenografia parrà ridicola perché riprodurrà le lungaggini, le ripetizioni utilissime qui, le risposte che di sovente alle obiezioni che vedo nei vostri occhi, gli ampliamenti che do su un punto, in cui l’approvazione di tale o tal’altra persona mi indica che vorrebbe fermarmi. Occorre lasciare volare queste parole alate. Che si perdano, alla buon’ora! che si cancellino dalla vostra memoria, se ne resta lo spirito, va bene. sta qui ciò che di toccante e di sacro c’è nell’insegnamento. che sia un sacrificio, che non ne resti niente di materiale, ma che tutti ne escano forti, abbastanza forti per dimenticare questo debole punto di partenza. quanto a me, se temessi che le mie parole rischiassero di gelare nell’aria e di essere riprodotte così, isolate da colui per il quale avete una qualche benevolenza, non oserei più parlare. Vi insegnerei qualche tavola cronologica, qualche secca e triviale formula, ma mi guarderei dall’apportare qui, come faccio, me stesso, la mia vita, il mio pensiero più intimo".
Jules Michelet

*Jules Michelet, Collège de France, 29.12.1842

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