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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

22 agosto 2020

Le regole



“La buona educazione consiste non soltanto nel comportarsi bene, ma anche nel fare in modo che gli altri si comportino bene. Rispettare le regole, ma farle anche rispettare. Si sa che questo secondo aspetto è poco popolare da noi ("Ma di cosa ti impicci?", "Lascia perdere", "Vivi e lascia vivere" ecc.). Questo modo di agire, o meglio di non reagire, ha creato in un certo senso un'assuefazione ai piccoli (ma poi anche ai grandi) abusi.
Piero Angela

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16 agosto 2020

In direzione ostinata e contraria

"Sono nato a Praga il 12 maggio 1947, in un quartiere residenziale sulle rive della Moldava. Mio padre Karel era un primario dell’ospedale di Praga, mia madre Kvetuscia Vycpalek era una casalinga.
A 20 anni mio padre mi suggerì di lasciare il paese, a causa dell'insurrezione politica, la cosiddetta "Primavera di Praga".
Così mi trasferì a casa di mio zio Cestmir in Sicilia, nell'estate del 1968 insieme a mia sorella Jarmila.
Da quel momento l'Italia diventò la mia casa, qui ho conosciuto mia moglie Chiara, con lei ho avuto due figli, Karel ed Andrea.
Non vedo altri modi di divertirmi se non col calcio. Al cinema non vado più da quando hanno vietato di fumare, in panchina senza una sigaretta resisto per due ore e mi diverto ancora quando alla mia squadra riesce qualche azione, qualche bella giocata.
Pagai cara quella dichiarazione: "Il calcio deve uscire dalle farmacie" e "il sistema non ci voleva”. Da lì la mia carriera prese una direzione diversa. Potevo allenare il Milan, l’Inter o il Real Madrid, però per me non è mai stato importante dove allenare: Licata, Foggia o Pescara, nella mia idea di calcio hanno lo stesso valore del Real o del Barcellona.
Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole.
Oggi il calcio è cambiato. Per i giocatori il calcio è diventato un lavoro e non più passione. Grazie alle nuove tecnologie sono più "acculturati", ma telefonini e internet li rendono più distratti, anche in campo. Non hanno più la voglia di divertirsi e di allenarsi per migliorare.
Ecco perché non voglio più allenare a certi livelli. L'amore per il calcio però resta uguale, senza non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant’anni, all’aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire.
Nella mia carriera non ho vinto niente, ma non ricordo altri che hanno conquistato titoli allenando Foggia, Licata o Pescara. Di sicuro con me i presidenti, anche di Lazio e Roma, non hanno mai perso soldi. Anzi, siccome il calcio è diventato un business con me hanno pure guadagnato parecchio. Sono stati tanti i giovani che ho lanciato. Sono rimasto un allenatore a cui piace ancora correggere il giovane che inizia a fare calcio. Il successo più grande per me è sempre stato veder crescere bene un giovane".
Zdenek Zeman

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08 agosto 2020

Diritti/Doveri

"La nozione di obbligo sovrasta quella di diritto, che le è relativa e subordinata. Un diritto non è efficace di per sé, ma solo attraverso l’obbligo cui esso corrisponde; l’adempimento effettivo di un diritto non proviene da chi lo possiede, bensì dagli altri uomini che si riconoscono, nei suoi confronti, obbligati a qualcosa. L’obbligo è efficace allorché viene riconosciuto. L’obbligo, anche se non fosse riconosciuto da nessuno, non perderebbe nulla della pienezza del suo essere. Un diritto che non è riconosciuto da nessuno non vale molto.
Non ha senso dire che gli uomini abbiano dei diritti e dei doveri a quelli corrispondenti. Queste parole esprimono solo differenti punti di vista. La loro relazione è quella da oggetto a soggetto. Un uomo, considerato di per se stesso, ha solo dei doveri, fra i quali si trovano certi doveri verso se stesso. Gli altri, considerati dal suo punto di vista, hanno solo dei diritti. A sua volta egli ha dei diritti quando è considerato dal punto di vista degli altri, che si riconoscono degli obblighi verso di lui. Un uomo, che fosse solo nell'universo, non avrebbe nessun diritto, ma avrebbe degli obblighi.
La nozione di diritto, essendo di ordine oggettivo, non è separabile da quelle di esistenza e di realtà. Essa appare quando l’obbligo entra nel campo dei fatti; di conseguenza essa comprende sempre, in una certa misura, la considerazione degli stati di fatto e delle situazioni particolari. I diritti appaiono sempre legati a date condizioni. Solo l’obbligo può essere incondizionato. Esso si pone in un campo che è al di sopra di ogni condizione, perché è al di sopra di questo mondo"
Simone Weil
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06 agosto 2020

Propaganda

 "Non intingete la penna negli inchiostri della povertà."

Fabrizio De André

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05 agosto 2020

Ma tu invidioso

Ma tu invidioso
invece di invidiare
affonda il tuo rancore,
alleati coi coralli
coi rami degli alberi.
Chiedi una gioia anche per te
piuttosto che impedirla ad altri.
Non stremarti ad aspettare
disgrazie più grandi delle tue.
Ora è il tempo di chi dona,
il dolore ha dato il massimo,
ora è profondo solamente
chi ammira, ringrazia, perdona.

Franco Armino


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03 agosto 2020

Memoria

"I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''.
Piero Calamandrei
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Copyright

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