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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

15 marzo 2025

1764 - Appello a sentirsi europei

"Gli uomini che prima erano romani, fiorentini, genovesi o lombardi, ora sieno tutti presso a poco europei.”

Il Caffè, 1° giugno 1764.

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08 marzo 2025

8 marzo Festa della donna

8 marzo - Festa di tutte le donne ... nell'attesa del giorno in cui si riuscirà ad inserire nel calendario la festa delle Persone, casualmente donne/ uomini, casualmente bianchi/neri / casualmente cristiani/ ebrei/musulmani/ atei, semplicemente Persone con pari dignità e pari responsabilità, pari doveri e pari diritti in tutti gli ambiti della comunità umana dell'universo mondo.
mmilan
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07 febbraio 2025

Fine?

 "Mai lasciarsi spaventare dalla parola fine"

Gianni Rodari 

*C'era due volte il barone Lamberto, Torino, Einaudi, 1978.


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04 febbraio 2025

“D’improvviso volò un grido”

 All'improvviso ci fu un grido,

Dal nulla, in un lampo
deciso e speziato,
ci ha svegliato da un sonno profondo –
Rabbia –
"Dimmi, sei impazzito o cosa?
"Rinunciare a tutto?
Già questo è disperare
Senza combattere veramente?",
'Vai', abbiamo detto,
«Riuniamoci in mezzo a noi,
"Piangiamo i nostri morti,
«Aspetta che sia già finita
Questa cosa indescrivibile
Come muti siamo davanti al peso del suo dolore,
Di fronte all'orrore dei nostri sequestratori –
Quindi lascia che sia, sii e basta,
Senza capire senza pensare
finché non smetterai di soffrire
La terra saccheggiata, calpestata
La terra dello stupro, Per un attimo le luci tremano, per un attimo le gallerie ululeranno
E il mondo era in bianco e nero.
E il mondo era carbone e ghiaccio.
E nel cuore della notte ci siamo alzati per scappare,mia moglie, io e il bambino,
E il grido è sulle mie spalle,
e la speranza sull'altra spalla,
ventilato e anestetizzato -,
'Perché così è possibile', diceva tranquillamente mia moglie,
che il bambino non sentirà,
Non sia colpito dal terrore,
"Eravamo la nazione più tecnologicamente avanzata al mondo ed eravamo una nazione in fase di avvio,
E ora si scopre che nostro figlio aveva una deformità,
che in realtà eravamo giusti
La fascia di riscaldamento-
Di quello che in piazza gridava: 'Non fate nulla! inutile!', "Guarda", sussurrò mia moglie,'
Ecco come accade,
"Questo è quello che sembra quando accade realmente" –
vedemmo –
Abbiamo visto convogli lunghi e silenziosi,
che scorre dai monti alle valli,
e inghiottito dalle navi, inghiottito dai giorni,
«Come se in un giorno di orrore questo Paese fosse stato creato
Troppo impegnativo, al di là delle nostre possibilità", disse mia moglie esasperata.
"No no," schernì un ragazzo di passaggio in scooter,
con una pistola nel cofano,
'No, no, solo che un giorno la tua paura è svanita, forse l'hai perduta, forse non l'hai mai avuta,
Il desiderio del proprio Paese' -,
"E non è che stiamo scappando"
Ho detto a mia moglie,
'Cambiamo solo lo stato di accumulazione,
Mi sto solo trasferendo, in... -',
All'improvviso il bambino parlò: 'Su, alzatevi, genitori, dalle ceneri –
La paura e la disperazione ti rendono un uccello -,
Così parlò nostro figlio, e davanti ai nostri occhi si rafforzò,
Ha mostrato le sue foto da un album che non conoscevamo, di infanzie cruente, infanzie di guerra, una culla rovinata,
Qua e là anche le foto
Infanzia potente...,
"Perché se non risorgiamo adesso dalle ceneri", disse il figlio,
"Non ci alzeremo più, mai" –
"Oppure ci sveglieremo così diversi…
"Mia moglie disse: "Così strano e terribile,
'Così duro e amaro,
e odiatori –
' finché non lo saremo mai più
La generazione sbagliata."
*
"Adesso è l'ultimo momento",
ringhiò il figlio, "e anche se sembra un luogo comune,
che significa "uno strumento all'ora",
In questo momento si stanno scrivendo le regole:
'Le persone che sono rimaste se ne vanno.
«Le persone che sono state abbandonate abbandonano. parlami, padre mio,
donne,
"Sto invecchiando, padre, sono sulle tavole,
«La mia mente è stanca dei giri, stanca.
"Dammi speranza, dammi una ragione –
«Tu taci, padre mio, dillo per te:
Ora è il momento di combattere, persone, donne…
"Ora è il momento di uscire per le strade e le strade,
E c'è qualcuno per cui combattere, e c'è qualcosa per cui
Perché un tale dono, dalla vita,
"Non accetteremo mai più,
E non avremo più un paese
dai Medani.
E c'è qualcuno per cui combattere,
"Ora tutto dipende da te,
'Ora è il momento di alzarsi, vivere,
Essere per la gente o non essere,
Essere umani o non essere –
E alcuni per chi, e alcuni per cosa,
E tutto dipende
in frenata'.
David Grossman. (Tel Aviv 1.2.2025)

* la Repubblica. 4.2.2025

12 gennaio 2025

Resilienza

 


Qualche volta il destino
assomiglia a una tempesta di sabbia
che muta incessantemente
la direzione del percorso.
Per evitarlo cambi l’andatura.
E il vento cambia andatura,
per seguirti meglio.
Tu allora cambi di nuovo,
e subito di nuovo il vento cambia
per adattarsi al tuo passo.
Questo si ripete infinite volte,
come una danza sinistra
con il dio della morte prima dell’alba.
Perché quel vento
non è qualcosa che è arrivato da lontano,
indipendente da te.
È qualcosa che hai dentro.
Quel vento sei tu.
Perciò l’unica cosa che puoi fare
è entrarci, in quel vento,
camminando dritto,
e chiudendo forte gli occhi
per non far entrare la sabbia.
Haruki Murakami

*Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia, Einaudi, Torino

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06 gennaio 2025

La disciplina della speranza

"[...] la speranza è una questione politica perché è soprattutto attiva. Non ha senso stare seduti come un cagnolino ad aspettare che qualcosa cada dal tavolo. Bisogna praticare la speranza, e per questo occorre una certa capacità che si può coltivare, una disciplina. La libertà nasce da questa disciplina, perché solo così posso davvero plasmare il mio futuro. Bisogna trascorrere la maggior parte della vita non a raggiungere la destinazione, ma a percorrere la strada. Ecco perché la felicità della ricerca mi sembra molto importante".

Philipp Blom,
la Repubblica, 6.1.2025.

* Philipp Blom, storico e giornalista

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21 dicembre 2024

Educazione civica

 Lettera del prof. Giancarlo Burghi, del liceo T.Tasso di Roma. 18 Dicembre 2024

Egregio Ministro, Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica.
L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”. Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet).
Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale “. Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti.
Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)». Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. E questo perché la rinuncia a questo concetto (l’angusto “io” paleo-liberale chiuso nella rivendicazione egoistica dei propri diritti) faceva parte del patto tra i social- comunisti e i cattolici democratici, che lo sostituiscono con la nozione di “persona” che indica «il singolo nelle formazioni sociali» in cui solo si può realizzare.
La questione della patria, che lei intende come appartenenza identitaria e suggerisce di mettere al centro dell’educazione civica, merita da sola una prossima lettera. Mi consenta però di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche» . I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione . Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri».
Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!»
Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti.
Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria.
Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. E’ immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”. Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”.
Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli.
Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.
P. S.
Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità
Giancarlo Burghi

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18 dicembre 2024

Lei/ Tu

A chi comunica con un "insopportabile" TU si spiega che, nella disparità dei ruoli, solo il LEI definisce la pari dignità delle Persone. E si spiega che le relazioni interpersonali sono fatte di mille sfumature ben definite dal linguaggio. Forse non sanno quanto sia reciprocamente gratificante decidere insieme di passare dal lei al tu a segnare un salto di qualità nella relazione tra le stesse persone.
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21 novembre 2024

Arabeschi

 "Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete d'arabeschi".

Ennio Flaiano

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15 ottobre 2024

Li chiamano Hotspot

 Li chiamano Hotspot / Centri di accoglienza / Centri di transito per aggirare la definizione precisa: in Albania da oggi e' attivo un Campo di concentramento (forse temporaneo), con annessa anche una prigione per rinchiudervi i 'migranti' ribelli, giovani in arrivo dal Mediterraneo per poi rinviarli nei paesi d'origine. Le Persone rinchiuse in quella struttura carceraria si ritroveranno isolate da tutti, sotto il rigido controllo di polizia o carabinieri, senza alcuna possibilita' di avere contatti con persone esterne al recinto. Che sia chiaro, senza giri di parole o definizioni fantasiose: dal 14.10.2024 in Albania e' attivo un CAMPO DI CONCENTRAMENTO costruito per rinchiudervi coloro che scavalcano deserto e mare per trovare in Europa la dignita' di migranti, sancita dalla Dichiarazione universale dei diritti del 1948. Senza neologismi l'Italia ha organizzato un vero campo di concentramento ... in Albania.

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