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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

24 aprile 2010

Non era questa l'Italia del 25 aprile

"Alcune settimane fa la decisione del comune di Paderno (Udine) di riservare una piccola area cimiteriale ai musulmani, come avviene in molti paesi della Unione Europea, ha provocato le proteste della Lega, che ha reagito con la raccolta di 1700 firme e una fiaccolata. Ora la popolazione è tornata a mobilitarsi perché una neonata musulmana è stata seppellita in quell’area. Dopo l’inumazione, i rappresentanti della Lega Nord e del Pdl - il partito dell’Amore - hanno protestato. Hanno ripreso a raccogliere firme per dissotterare la neonata. La sepoltura della piccola sarebbe, infatti, “irrispettosa dei sentimenti più intimi della maggioranza della popolazione”. Non si sono chiesti se una neonata può fare professione di fede e se almeno da morti non siamo tutti uguali. C’è da essere terrorizzati nel vedere in quale abisso di barbarie ci trascinano le nuove ideologie dopo la morte delle ideologie. (Lettera di Ezio Pelino, pubblicata nella rubrica di Corrado Augias, "La Repubblica", 22/4/2010))

Non era questa l'Italia del 25 aprile, ora "altro vento spira di più raffinata barbarie" ed é giunto il tempo di risalire sulle "montagne" dei principi, dei valori, della solidarietà, demolire le "fabbriche della paura" e riprogettare una cittadinanza qualificata per tutti.
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[...]
Torniamo ai giorni del rischio,
quando tu salutavi a sera
senza essere certo mai
di rivedere l'amico al mattino.
E i passi della ronda nazista
dal selciato ti facevano eco
dentro il cervello, nel nero
silenzio della notte.
Torniamo a sperare
come primavera torna
ogni anno a fiorire.
E bimbi nascono ancora,
profezia e segno
che Dio non si è pentito.
Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami
persuadono a fatica:
e altro vento spira
di più raffinata barbarie.
Torniamo all'amore.
pure se anche del familiare
il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile.
Davide Maria Turoldo, 1985

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17 aprile 2010

Lezione di etica pubblica

"Io non ci sto.
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
-Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto".
Un cittadino di Adro

Quel cittadino anonimo ha dato una lezione di etica pubblica al Sindaco del comune di Adro che aveva sospeso il pranzo degli alunni della scuola materna ed elementare perché i loro genitori non avevano pagato la retta; con limpida sobrietà ha ricordato a tutti noi che la comunità umana si fonda sulla reciproca solidarietà e sulla dignità di ogni persona, la dignità dei bambini primi fra tutti. Il "Corriere della Sera" ha poi rivelato che quel cittadino della ricca provincia di Brescia é Silvano Lancini. - 14 aprile 2010.                                                         ___

11 aprile 2010

Una pioggia ininterrotta d’immagini

"[…] Viviamo sotto una pioggia ininterrotta d’immagini; i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessità interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza di imporsi all’attenzione, come ricchezza disignificati possibili. Gran parte di questa nuvola d’immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria; ma non si dissolve una sensazione d’estraneità e di disagio.Ma forse l’inconsistenza non è nelle immagini o nel linguaggio soltanto: è nel mondo. La peste colpisce anche la vita delle persone e la storia delle nazioni, rende tutte le storie informi, casuali, confuse, senza principio né fine. Il mio disagio è per la perdita di forma che constato nella vita, e a cui cerco d’opporre l’unica difesa che riesco a concepire: un’idea della letteratura".
Italo Calvino

*da: I. Calvino, Lezioni americane.Sei proposte per il prossimo millennio, Milano, Garzanti, 1988, pp. 57-59 (lezione sull'Esattezza).

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03 aprile 2010

"La nostra nobile storia"

La Resistenza sparita nei libri di storia
"Sono tremendamente avvilita. Dopo aver vissuto quasi quarant'anni nel mondo della scuola, dopo aver cercato di trasmettere agli alunni i valori fondamentali della partecipazione, della democrazia, della libertà, del rispetto delle regole del vivere comune, cer cando di mettere a loro disposizione gli strumenti e le risorse per esprimere le proprie potenzialità e aiutare i più deboli, ritrovo a distanza di anni una scuola pubblica dove tutto è difficile, persino le attività curriculari di normale attività didattica.
La scuola pubblica non ha più le risorse umane e finanziarie per offrire progetti formativi che educhino persone responsabili e capaci di progettualità e futuro. Ma non è tutto! Con meraviglia e senso di smarrimento ho appreso che nei libri di storia è sparito il capitolo della Resistenza italiana, madre della nostra democrazia, della nostra libertà, Resistenza che ha insegnato a tutti noi i valori della solidarietà e i diritti umani fondamentali E' aberrante! Il ministro Gelmini oltre a ferire profondamente la scuola pubblica ci toglie anche la nostra nobile storia. Bisognerebbe che le persone lo sapessero e fossero adeguatamente informate."
Valentina Tamburro - Genova
Lettera pubblicata su "Il Secolo XIX"
del 3 aprile 2010, p. 48.

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