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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".
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16 settembre 2025

Tempi bui

A coloro che verranno

Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha ancora ricevuta.
Quali tempi sono questi, quando
discorrere d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi comporta silenzio!
E l’uomo che ora traversa tranquillo la via
mai piú potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell’angoscia?
È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che fo m’autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri, sono perduto).
«Mangia e bevi, –mi dicono: –E sii contento di averne».
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d’acqua?
Eppure mangio e bevo.
Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte
e mi ribellai insieme a loro.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all’amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Al mio tempo, le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano piú sicuri senza di me; o lo speravo.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Cosí il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.
Andammo noi, piú spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era, e nessuna rivolta.
Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza.

Bertolt Brecht 1939

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22 maggio 2025

Il dovere della speranza



"L’odio ha tanti agenti: più la guerra va avanti più crescono. In una situazione così brutta, sperare è un atto di protesta. Non possiamo lasciare la realtà nelle mani dei codardi, di chi odia o di chi assiste passivamente a quello che succede".

David Grossman

*laRepubblica, 22.5.2025.


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04 febbraio 2025

“D’improvviso volò un grido”

 All'improvviso ci fu un grido,

Dal nulla, in un lampo
deciso e speziato,
ci ha svegliato da un sonno profondo –
Rabbia –
"Dimmi, sei impazzito o cosa?
"Rinunciare a tutto?
Già questo è disperare
Senza combattere veramente?",
'Vai', abbiamo detto,
«Riuniamoci in mezzo a noi,
"Piangiamo i nostri morti,
«Aspetta che sia già finita
Questa cosa indescrivibile
Come muti siamo davanti al peso del suo dolore,
Di fronte all'orrore dei nostri sequestratori –
Quindi lascia che sia, sii e basta,
Senza capire senza pensare
finché non smetterai di soffrire
La terra saccheggiata, calpestata
La terra dello stupro, Per un attimo le luci tremano, per un attimo le gallerie ululeranno
E il mondo era in bianco e nero.
E il mondo era carbone e ghiaccio.
E nel cuore della notte ci siamo alzati per scappare,mia moglie, io e il bambino,
E il grido è sulle mie spalle,
e la speranza sull'altra spalla,
ventilato e anestetizzato -,
'Perché così è possibile', diceva tranquillamente mia moglie,
che il bambino non sentirà,
Non sia colpito dal terrore,
"Eravamo la nazione più tecnologicamente avanzata al mondo ed eravamo una nazione in fase di avvio,
E ora si scopre che nostro figlio aveva una deformità,
che in realtà eravamo giusti
La fascia di riscaldamento-
Di quello che in piazza gridava: 'Non fate nulla! inutile!', "Guarda", sussurrò mia moglie,'
Ecco come accade,
"Questo è quello che sembra quando accade realmente" –
vedemmo –
Abbiamo visto convogli lunghi e silenziosi,
che scorre dai monti alle valli,
e inghiottito dalle navi, inghiottito dai giorni,
«Come se in un giorno di orrore questo Paese fosse stato creato
Troppo impegnativo, al di là delle nostre possibilità", disse mia moglie esasperata.
"No no," schernì un ragazzo di passaggio in scooter,
con una pistola nel cofano,
'No, no, solo che un giorno la tua paura è svanita, forse l'hai perduta, forse non l'hai mai avuta,
Il desiderio del proprio Paese' -,
"E non è che stiamo scappando"
Ho detto a mia moglie,
'Cambiamo solo lo stato di accumulazione,
Mi sto solo trasferendo, in... -',
All'improvviso il bambino parlò: 'Su, alzatevi, genitori, dalle ceneri –
La paura e la disperazione ti rendono un uccello -,
Così parlò nostro figlio, e davanti ai nostri occhi si rafforzò,
Ha mostrato le sue foto da un album che non conoscevamo, di infanzie cruente, infanzie di guerra, una culla rovinata,
Qua e là anche le foto
Infanzia potente...,
"Perché se non risorgiamo adesso dalle ceneri", disse il figlio,
"Non ci alzeremo più, mai" –
"Oppure ci sveglieremo così diversi…
"Mia moglie disse: "Così strano e terribile,
'Così duro e amaro,
e odiatori –
' finché non lo saremo mai più
La generazione sbagliata."
*
"Adesso è l'ultimo momento",
ringhiò il figlio, "e anche se sembra un luogo comune,
che significa "uno strumento all'ora",
In questo momento si stanno scrivendo le regole:
'Le persone che sono rimaste se ne vanno.
«Le persone che sono state abbandonate abbandonano. parlami, padre mio,
donne,
"Sto invecchiando, padre, sono sulle tavole,
«La mia mente è stanca dei giri, stanca.
"Dammi speranza, dammi una ragione –
«Tu taci, padre mio, dillo per te:
Ora è il momento di combattere, persone, donne…
"Ora è il momento di uscire per le strade e le strade,
E c'è qualcuno per cui combattere, e c'è qualcosa per cui
Perché un tale dono, dalla vita,
"Non accetteremo mai più,
E non avremo più un paese
dai Medani.
E c'è qualcuno per cui combattere,
"Ora tutto dipende da te,
'Ora è il momento di alzarsi, vivere,
Essere per la gente o non essere,
Essere umani o non essere –
E alcuni per chi, e alcuni per cosa,
E tutto dipende
in frenata'.
David Grossman. (Tel Aviv 1.2.2025)

* la Repubblica. 4.2.2025

02 aprile 2024

Promemoria per il 25 Aprile



"Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono"
Italo Calvino

Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, 1947.

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21 agosto 2023

Poesia

La realtà esige

La realtà esige che si dica anche questo:
la vita continua.
Continua a Canne e Borodino e a Kosovo Polje
e a Guernica.
Talmente tanto accade
di continuo
che deve accadere dappertutto.
Dove non è rimasta pietra su pietra
c’è un carretto di gelati assediato dai bambini.
Dov’era Hiroshima c’è ancora Hiroshima
e si producono molte cose
d’uso quotidiano.
Questo orribile mondo non è privo di grazie,
non è senza mattini
per cui valga la pena svegliarsi.
Wislawa Szymborska, 1972

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28 dicembre 2022

Dopo ogni guerra

Dopo ogni guerra

c’è chi deve ripulire.
In fondo un po’ d’ordine
da solo non si fa.
C’è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C’è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C’è chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c’è chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non è fotogenico
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono già partite
per un’altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C’è chi con la scopa in mano
ricorda ancora com’era.
C’è chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto
gli gireranno intorno altri
che ne saranno annoiati.
C’è chi talvolta
dissotterrerà da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull’erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c’è chi deve starsene disteso
con la spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

Wislawa Szinborska

24 aprile 2022

Letture per il 25 Aprile

"Ada, Frida, Silvia e Bianca erano donne singolari, ma non erano le uniche. Tra il 1943 e il 1945 in tutta l’Italia occupata le donne insorsero a migliaia, per unirsi alla Resistenza e combattere per la liberazione del loro paese. A renderle straordinarie era il fatto che l’Italia fascista, sotto il ventennio del governo Mussolini, le aveva trasformate in ombre: non avevano diritti, né voce, né uguaglianza, nessuna possibilità di esprimersi né riguardo alla propria vita né in merito al governo del paese. Che avessero trovato il coraggio, la determinazione e l’altruismo per lottare e spesso subire arresti, torture, violenze ed esecuzioni: fu questo a renderle davvero eccezionali. Al di fuori dell’Italia il loro contributo all’esito della guerra è quasi sconosciuto, ma la loro storia merita di essere raccontata".
Caroline Moorehead

*Caroline Moorehead, La casa in montagna. Storia di quattro partigiane, Bollati & Boringhieri, 2020, pp. 424.

Il libro ricostruisce la storia di Ada Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Frida Malan e Silvia Pons e del loro contributo alla Resistenza fino a giorni straordinari della Liberazione di Torino.
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22 aprile 2022

Letture per il 25 Aprile -

[Firenze, Febbraio 1944]

"In questo deserto che era Firenze, come punti di luce reconditi tra le sue mura, si accendevano i fuochi della resistenza. Forse in quella casa davanti a cui ora passa, e si arresta, una pattuglia, c’è una tipografia clandestina, o qualcuno verga un volantino, o un fabbro prepara i chiodi a tre punte, un chimico le miscele esplosive. Quell’uomo che zoppica, con l’aria smunta, le scarpe scalcagnate, ha in tasca un foglio ciclostilato, quell’altro una pistola o una bomba. La ragazza ben vestita nasconde nella borsetta un messaggio da recapitare, l’operaio che esce dalla fabbrica si affretta a una riunione. Persino questo ragazzo coi pantaloni corti, che fischietta sul Lungarno spingendo un triciclo, entro la cassa di bottiglie vuote può avere un cliché o una colonna di piombo dei nostri giornali, e quell’altro che si trascina a fatica un sacco di stracci, amorosamente avvolta nel mezzo del mucchio forse ha un’arma che deve portare a un amico, che penserà poi, talvolta in una lunga catena, a farla arrivare in montagna. Di questa vita elementare e nuda vive Firenze; e noi in essa, con il nostro assillante pensiero, e talvolta la fierezza, altre la paura, la nostra fame, il nostro dolore; ma più di tutto la speranza, la certezza che stiamo facendo l’unica cosa che è giusto fare."
Mario Spinella

*Mario Spinella, Memorie della Resistenza, Mondadori, Milano,1974, p. 105 (seconda edizione Einaudi Torino, 1995).
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21 aprile 2022

Letture per il 25 Aprile

"Era per me un indiscutibile dovere, essendo Ufficiale, contribuire in qualche modo alla rinascita di quell'Esercito che, l'8 settembre 1943, avevo visto vergognosamente liquefarsi in poche ore. Speravo inoltre, per la mia giovanile inesperienza, che la partecipazione di truppe italiane alla guerra dei cosidetti Alleati, contro un esercito tedesco ancora molto forte ecombattivo, anche se avrebbe comportato sicuramente il sacrificio di tanta nostra gioventù - così come poi è avvenuto - avrebbe avuto comunque un qualche peso a nostro favore, quando l'Italia si sarebbe seduta al tavolo degli Angloamericani per trattare la pace."

Licio Salvagno "Tre anni della mia vita 1943 -1944 -1945", Firenze, 2000, pp. 46-47.

*Licio Salvagno (1920-2012) pubblicò per la prima volta questo 'diario' personale nel 1995 dedicandolo ai nipoti "con l'augurio che non abbiano mai a provare di persona cos'è la guerra".

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20 aprile 2022

Letture per il 25 Aprile

"[...] Per questo quando sento dire quest’altra insigne sciocchezza che con il ’45 è finito tutto, il fascismo e l’antifascismo, penso spontaneamente all’ombra di Antigone sempre proiettata su di noi, da prima che nascesse Mussolini, da prima che nascessero i partigiani del 1943-44, perché di fondo è proprio qui, da questo no irriducibile che nasce a un certo punto una ribellione che era contemporaneamente l’affermazione di valori più forti di Creonte. Questo ha vissuto la generazione della Resistenza. E siccome sulla Resistenza, sulla sua nascita, su quello che ha fatto, si è speso già troppo di retorica, dico subito che questo no non è stata una cosa uscita coi pennacchi delle cose gloriose che si vanno a fare sapendo che cosa sono e di quali valori si è portatori, ma è nata al modo che dice Piero Calamandrei, che ha un frase bellissima per significare il risveglio di una coscienza morale che viene per qualche via arcana e prodigiosa ma che arriva. Nel 1944, quando in Emilia la Resistenza diventa un fenomeno di massa, le persone preparate non erano molte, io ne ricordo due o tre ..."
Francesco Berti Arnoaldi

-"La Resistenza e il no di Antigone. Il Partigiano Checco” Francesco Berti Arnoaldi, 2019.
-Francesco Berti Arnoaldi, Viaggio con l'amico. Morte e Vita di Giuliano Benassi", Sellerio, Palermo, 1990.

*Francesco Berti Arnoaldi, (1826-2018) tenace custode della memoria della Resistenza a Bologna, è stato anche primo Presidente della Fondazione Fossoli.
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19 aprile 2022

Letture per il 25 Aprile

"La democrazia ha le sue leggi, che possono rimanere inerti; le mette in movimento solo l'esercizio che ne fa il popolo."
Franco Antonicelli

* F. Antonicelli, La pratica della libertà, Einaudi, Torino, 1976.

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12 marzo 2022

Pace e Guerra

Pace è il terreno in cui coltivare e testimoniare le liberta. Per questo ogni prevenzione contro la guerra dovrebbe svolgersi con i metodi della pace, molto prima che esploda il rischio imminente del conflitto.
mm

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07 marzo 2022

8 Marzo: Mamme coraggiose

 Dalle Lettere di Etty Hillesum (Adelphi, 1990, p.136):

"E ora con quello stesso vestito se ne va in Polonia, tre giorni di viaggio con sette figli. Io parto con sette figli, e loro devono ben avere una mamma coraggiosa".

Etty Hillesum, alla fine di agosto 1943, descriveva in molte pagine la partenza del treno dall'Olanda verso la Polonia, il suo viaggio di deportata tra deportati "braccati a morte attraverso l'Europa". In questi giorni noi vediamo in tv e sui nostri cellulari immagini di donne, madri, con figli di ogni età, costrette a decidere di incamminarsi verso occidente per sfuggire ai bombardamenti, al massacro dell'Ucraina e non si può distogliere lo sguardo da questo fiume di donne e bambini che nel xxi secolo cerca la salvezza di stazione in stazione, sfinite e schiacciate senza più spazio attorno. Perchè questa è la guerra tutta nei pensieri e negli occhi di "Mamme coraggiose".

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