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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".
Visualizzazione post con etichetta Le parole per dirlo. Mostra tutti i post
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05 aprile 2025

"Invece io insegno"

Maria Grazia Pighetti Carbone (leggendaria Preside del Liceo Deledda), nei suoi scritti sottolinea sempre con buona ironia la fatica della piena emancipazione femminile, anche da parte delle stesse donne. Così, con riferimento al 1968, scrive: "La maggior parte delle mie colleghe dice: Mio marito lavora, io invece insegno".

"Invece", appunto.

Maria Grazia Pighetti

*cfr. M.G. Pighetti Carbone, Ai tempi della "Regina Margherita". La nascita della Deledda, Sagep, 1982, p.135.

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08 marzo 2025

8 marzo Festa della donna

8 marzo - Festa di tutte le donne ... nell'attesa del giorno in cui si riuscirà ad inserire nel calendario la festa delle Persone, casualmente donne/ uomini, casualmente bianchi/neri / casualmente cristiani/ ebrei/musulmani/ atei, semplicemente Persone con pari dignità e pari responsabilità, pari doveri e pari diritti in tutti gli ambiti della comunità umana dell'universo mondo.
mmilan
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08 ottobre 2024

Ai padri di figlie

Ai padri di figlie

ogni volta che
dici a tua figlia
che la sgridi
per amore
le insegni a confondere
la rabbia con la bontà
e la cosa sembra una buona idea
finché lei non cresce e
si affida a uomini che le fanno del male
perché somigliano tantissimo
a te

Rupi Kaur, dalla raccolta 'La poesia è donna'

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16 novembre 2023

- Amore tossico -

"Questa mattina non mi son svegliata

E l’invasore ce l’avevo in casa
Inseguita controllata minacciata
Nel tossico vestito dell’amore
Una camicia di veleno quel vestito
Che brucia il tempo e tutte le sue ore
Il pentimento e poi le scuse e il farò meglio
Sono le maschere che hanno armato il coltello
Son stati i padri
È stato il sacrificio
Son stati i rifiuti a cui non si è educati
È stata la cattiva educazione
Che non ha mai insegnato l’emozione
È stato il falso romanticismo
Che non si romanzi più l’orrore e il disonore
Non c’è niente, niente da salvare
Chi ha ucciso, ha ucciso e questo è criminale
E l’abbandono, dicono, e la gelosia
Come se in fondo fosse un poco colpa mia
E un’altra volta è lui a prendere la scena
È ancora lui ad invocare pena
Coi chiodi del possesso alza la voce
La passione che ti porta in croce
Nel silenzio delle porte poi ti uccide
Con tutto quello che al mondo non si dice
Son state le botte date a mia madre
Son stati i soldi in una mano sola
È stato il domicilio
È stato per mio figlio
Son stati i secoli di fischio al gatto
È stato il corpo esposto e nascosto
Son stati i secoli di cattiva educazione e di prigione
Del corpo offeso dall’amore
Questa mattina non mi son svegliata
E il carnefice ce l’avevo in casa
Non è stata la sfortuna
È stata la maledizione
Che procede di generazione... In generazione
Questa mattina non mi son svegliata"
Vinicio Capossela

*Vinicio Capossela, La cattiva educazione, 2023, (Tredici canzoni urgenti)

Il testo integrale della canzone di Vinicio Capossela Cattiva educazione, è meritevole davvero di attenzione per la proprietà e il modo riflessivo dedicato all'argomento del femminicidio.
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07 marzo 2022

8 Marzo: Mamme coraggiose

 Dalle Lettere di Etty Hillesum (Adelphi, 1990, p.136):

"E ora con quello stesso vestito se ne va in Polonia, tre giorni di viaggio con sette figli. Io parto con sette figli, e loro devono ben avere una mamma coraggiosa".

Etty Hillesum, alla fine di agosto 1943, descriveva in molte pagine la partenza del treno dall'Olanda verso la Polonia, il suo viaggio di deportata tra deportati "braccati a morte attraverso l'Europa". In questi giorni noi vediamo in tv e sui nostri cellulari immagini di donne, madri, con figli di ogni età, costrette a decidere di incamminarsi verso occidente per sfuggire ai bombardamenti, al massacro dell'Ucraina e non si può distogliere lo sguardo da questo fiume di donne e bambini che nel xxi secolo cerca la salvezza di stazione in stazione, sfinite e schiacciate senza più spazio attorno. Perchè questa è la guerra tutta nei pensieri e negli occhi di "Mamme coraggiose".

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02 settembre 2021

Roberto Benigni

 Venezia, 1.9.2021 Festival del cinema 
Cerimonia Premio alla carriera a Roberto Benigni
"In questo momento voglio dedicare un pensiero a Nicoletta Braschi, qui in sala. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo: con te o senza di te. Ce lo dividiamo questo Leone, io mi prendo la coda, per farti vedere la mia gioia, la mia gioia scodinzolando e tu ti prendi il resto; soprattutto le ali sono tue, perché se nel lavoro qualche volta ho preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza, alla tua femminilità, al fatto di essere donna. Essere donna è un mistero che noi uomini non comprendiamo. Aveva ragione Groucho Marx quando diceva 'gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta'. Ed è la verità. Io non ce l'ho fatta ad essere come te, Nicoletta. Se qualcosa di bello e buono ho fatto nella mia vita è stato sempre attraversato dalla tua luce. Il nostro è stato un amore a prima vista, anzi ad eterna vista".
Roberto Benigni


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18 agosto 2021

Tra donne

 In questo periodo Radio 3 ha "confezionato" la lettura "Ad alta voce" dei principali romanzi di Cesare Pavese, tutti da ascoltare in religioso silenzio (anche in podcast) per decifrare tutte le sfumature del lessico pavesiano. In particolare sorprende la sicura capacità di penetrare la mentalità delle figure femminili perché Pavese racconta storie di ragazze in bilico tra il modello tradizionale e quella femminilità già impastata di desiderio/bisogno di indipendenza, esplicitata nella ricerca dell'autonomia economica frutto del lavoro al di fuori dalla cerchia familiare (v. La bella estate.Tra donne sole, ecc). L'esperienza della guerra e della Resistenza le ha proiettate nel mondo nuovo dei diritti ed è ragionevole presumere che le figlie di quelle stesse donne saranno protagoniste del femminismo degli anni '60/'70.

mm

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07 maggio 2021

La donna in cammino

"Le poetesse saranno! Quando l'infinita schiavitù della donna sarà spezzata, quando vivrà per sè e attraverso sè, quando l'uomo - finora abominevole - le avrà dato la libertà, sarà poeta anch'essa! La donna troverà l'ignoto! I suoi mondi d'idee differiranno dai nostri? Essa troverà cose strane, insondabili, ributtanti, deliziose, noi le prenderemo, noi le comprenderemo."
Arthur Rimbaud, 15.5.1871
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23 febbraio 2021

23 febbraio 2021



Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
È simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
Si alza quando è ancora notte,
distribuisce il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
Pensa a un campo e lo acquista
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
Si cinge forte i fianchi
e rafforza le sue braccia.
È soddisfatta, perché i suoi affari vanno bene;
neppure di notte si spegne la sua lampada.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi familiari hanno doppio vestito.
Si è procurata delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
Suo marito è stimato alle porte della città,
quando siede in giudizio con gli anziani del luogo.
Confeziona tuniche e le vende
e fornisce cinture al mercante.
Forza e decoro sono il suo vestito
e fiduciosa va incontro all’avvenire.
Apre la bocca con saggezza
e la sua lingua ha solo insegnamenti di bontà.
Sorveglia l’andamento della sua casa
e non mangia il pane della pigrizia.
Sorgono i suoi figli e ne esaltano le doti,
suo marito ne tesse l’elogio:
«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!».
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

Proverbi, 31, 10-31.

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25 novembre 2020

Poesia

  Abbi pazienza, mia donna affaticata,

Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perchè la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza te.
Primo Levi

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04 aprile 2020

Miss Rosselli

"Non vivo nel passato, sono dentro un presente affollato di ombre, di persone defunte, amate e non. È il presente che mi appassiona, testimone del passato e del futuro".
Amelia Rosselli
*Renzo Paris, Miss Rosselli, Neri Pozza, 2020.

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16 marzo 2020

Le parole per dirlo

"Non a tutto, qui, c'è risposta
 Non vi è dato scoprire chi sono."

Marina Cvetaeva


*M. Cvetaeva, Il Paese dell'anima. Lettere 1909-1925, Adelphi,Milano, 1988, p.45.


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20 gennaio 2020

Le parole per dirlo



"Io sono una femmina. Se sono bella o brutta, vecchia o ancor degna degli umani clementi sguardi, se sono saggia o svolazzante, lei signor critico osservatore non è sufficiente, né giudice, né conoscitore. Il mio specchio mi dice che non sono la più brutta delle femmine, il mio amor proprio mi persuade che di talento non sono mancante [...] Infine la mia penna mi dice all’orecchio che posso anch’io scarabocchiare [...] Scrivo per essere intesa.”  
Gioseffa Caminer,
La donna galante ed erudita, Venezia, 1787 (prima rivista femminile pubblicata in Italia).

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12 dicembre 2019

Il mondo è fatto di parole


"Il mondo è un tessuto che cuciamo quotidianamente su grandi telai di informazioni, discussioni, film, libri, pettegolezzi, piccoli aneddoti. Oggi la portata di questi telai è enorme: grazie a Internet, quasi tutti possono prendere parte al processo, assumendosi la responsabilità e non assumendola, amorevolmente e odiosamente, nel bene e nel male. Quando questa storia cambia, cambia anche il mondo. In questo senso, il mondo è fatto di parole."

Olga Tokarczuk 

*Raccontare l'ora, Il Foglio, 11.12.2019. (discorso di Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la letteratura 2018).

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08 marzo 2018

Ritratto di donna

Deve essere a scelta.
Cambiare, purché niente cambi.
È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
Dorme con lui come la prima venuta, l’unica al mondo.

Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
Ingenua, ma è un’ottima consigliera.
Debole, ma sosterrà.
Non ha la testa sulle spalle, però l’avrà.
Legge Jaspers e le riviste femminili.
Non sa a che serve questa vite, e costruirà un ponte.
Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
Tiene nelle mani un passero con l’ala spezzata,
soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.
Dove è che corre, non sarà stanca?
Ma no, solo un poco, molto, non importa.
O lo ama, o si è intestardita.
Nel bene, nel male, e per l’amor di Dio.
Wisława Szymborska


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09 aprile 2016

Emancipazione femminile

"Non si venga a dire che secondo i dettami della natura, noi donne dobbiamo mandare avanti la casa, limitarci all'educazione dei figli finché sono piccoli, sorvegliare il lavoro dei domestici; e che non abbiamo abbastanza acume, né forza per gestire la cosa pubblica, per fare la pace o la guerra, per amministrare la giustizia, o per attraversare le immensità dei mari. La ragione e l'esperienza testimoniano a sufficienza che noi saremo capacissime di fare tutto ciò; l'ineguale divisione dei talenti, per la quale tutto viene dato agli uomini e noi donne siamo ridotte all'ozio più stupido, non rappresenta altro che il frutto dell'ambizione di un sesso, quello maschile, invidioso dell'altro".
"La Bibliothèque des dames", 1764
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04 agosto 2015

Le parole per dirlo

Quei due,
così come sono,
sono reciprocamente necessari.
Ecco,
questo modo d’essere...

è l’amore.

Italo Calvino

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09 aprile 2012

Corri, bambina, corri...

              1926-2012

"Corri, bambina, corri..., tu che hai buona la testa, le gambe e il cuore. Corri senza rallentare davanti agli ostacoli, alla stanchezza, alla nostalgia (che pure talvolta ti coglie) del tempo della lentezza e della protezione. Corri per arrivare dove avevi deciso, per soddisfare il tuo sogno e la tua ambizione. La modestia, la rinuncia alle proprie ambizioni, se pure riuscirono, segretamente, a nutrirle, fu il connotato delle donne delle generazioni che ti hanno preceduto, donne educate alla modestia e alla rassegnazione, a mettersi al servizio dell'ambizione del maschio della famiglia, fosse il marito, il fratello, il figlio. Tu sei diversa, tu hai deciso di arrivare dove ti sei proposta. Tra le donne che oggi hanno successo, molte portano nomi illustri. Hanno successo, dunque, per diritto ereditario. Tu non hai un nome illustre, né una famiglia importante alle spalle, ma hai buona la testa, le gambe e il cuore. E hai diritto a correre, e ad arrivare prima se la corsa non sarà truccata. Noi, della generazione che è venuta prima di te, una generazione che si è impegnata nella corsa, che spesso ha vinto, che più spesso ha perso, ti daremo una mano, se ce la chiederai. Ma tu devi sapere che hai diritto a una corsa non truccata, che hai diritto al successo".
Miriam Mafai
"Repubblica", 8 marzo 2011.

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12 novembre 2010

Le parole per dirlo ...

"Alle donne succede spesso di crescere nella prospettiva non di un perché, ma di un per chi, cioè in modo funzionale a qualcosa o qualcuno. Per molto tempo anch’io ho pensato a me stessa in questi termini, poi, diciamo sui trent’anni, ho capito che la relazione numero uno dovevo stabilirla con me stessa, e ho spostato la vocazione dal fuori all’interno cercando una voce che dicesse il mio nome tutto intero".
Michela Murgia


*Sandra Petrignani, Murgia: «Vorrei un mondo pieno di dissenzienti», "L'Unità", 10 nov. 2010.

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11 maggio 2010

Sua maestà la Madre

E l’origine di questa immensità è la speranza che si libera nell’atto stesso del parto. Certo, noi siamo sempre troppo disattenti e la società di cui siamo, nonostante tutto, figli o figliastri, favorisce e alimenta una vita e uno sguardo distratto. Ma la donna, ogni volta, è in grado di sconquassare le nostre svagatezze mostrandoci un accadimento colossale. Quello della nostra nascita, appunto. Un atto di gloria, di umiltà trionfante che ci riporta dentro la nostalgia dell’essere creati. E insieme al nuovo individuo si origina la potenza più alta e invincibile che questa terra ci dia la possibilità di contemplare. La più grande di tutte le astrazioni e di tutti i meccanismi. Il vero, puro, sublime, commovente motore del mondo. Sua maestà la Madre.
Mina

*Mina, Sua maestà la Madre, "La Stampa", 9 maggio 2010

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