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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

11 luglio 2008

Lo Spettatore indifferente

v.b.
Terracina: «Il crimine peggiore? Un popolo che chiude le finestre»
"l’Unità" 11 luglio 2008
Suo padre gli fece fare una promessa. «Giurami - disse uscendo dalla caserma di Roma dove a tutta la sua famiglia, bambini compresi, erano state prese le impronte digitali - che non perderai mai la dignità». Mentre ricorda la sua deportazione ad Auschwitz, Pietro Terracina si commuove: «Non sono sicuro di aver mantenuto quella promessa, non si poteva sopravvivere senza perdere la dignità». Aveva 15 anni, ma dovette salire lo stesso sul carro merci che lo scaricò, da solo, a Birkenau. «Ero nel settore D, al di là del filo spinato vedevamo, nel settore E, intere famiglie Rom. Li invidiavo perché a loro avevano lasciato i vestiti e i capelli, ma soprattutto perché avevano con sé i loro bambini». Nell’agosto del ’44, un gran rumore nella notte. «Sentimmo spari, urla disperate. Poi il silenzio». La mattina dopo il settore E era pieno di ebrei ungheresi: tutte quelle famiglie Rom erano state sterminate in 2 ore. «Per commettere i peggiori crimini non servono grandi personalità criminali, basta un popolo che chiude le finestre per questo ho paura quando sento dire che ai bimbi Rom si vogliono prendere le impronte. Io so cosa vuol dire essere schedato, mi chiedo se lo sappia chi propone tali soluzioni».
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Percorsi di ri/lettura:
Elie Wiesel, La città della fortuna, Firenze, Giuntina, 1990.
in particolare le pp. 152-180 dedicate al dialogo tra l'ebreo errante e lo "Spettatore della casa di fronte alla Sinagoga", che dalla finestra della sua casa aveva visto deportare tutta la comunità degli ebrei della sua piccola città della Transilvania; aveva visto scostando le tende inamidate:
"guardava fuori, non rifletteva né pietà, né piacere né stupore, e neppure collera o interesse. Lo spettacolo lo lasciava indifferente ... Non é colpa sua, non è stato lui a prendere la decisione. Lui non é né ebreo né contro gli ebrei: un semplice spettatore, ecco cos'é. Per sette giorni il grande cortile della vecchia sinagoga si riempì e si vuotò. Lui in piedi dietro le tende, guardava. I gendarmi colpivano donne e bambini: lui non batteva ciglio. Tutto ciò non lo riguardava. Non era né vittima né carnefice: spettatore, ecco cos'era. Voleva vivere tranquillo, lui" [...] Lo Spettatore non applaude, non protesta: la sua presenza è evasiva, l'impegna meno dell'assenza. Non dice né si no. Non dice niente. Lui è là, è come se non ci fosse. Peggio: agisce come se noi non fossimo là".
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2 commenti:

Simona ha detto...

Il PE ha criticato nettamente il provvedimento caldeggiato dai leghisti, tuttavia le sacrosante rimostranze europee sono state banalizzate come "decisioni politiche" frutto di un insieme di burocrati pedanti, noiosi e impiccioni. Nei TG preconfezionati le parole di Maroni ("noi andiamo avanti") sono ben sottolineate rispetto alle motivazioni con le quali l'Europa ci bacchetta.
Uno spettacolo desolante. Ma queste persone non hanno letto Elie Wiesel.
Come diceva Dè Andrè? "per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti
"

mmilan ha detto...

La citazione di Fabrizio De André é lapidaria e perfetta. In quegli stessi anni Lorenzo Milani insegnava ai suoi allievi "I care". La democrazia é partecipazione, é condivisione di responsabilità. Anche su questo riflette il magnifico film <12> di Nikita Mikhalkov, in programmazione in queste settimane.
mmilan

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