[…] Enea che in spalla
un passato che crolla tenta invano
di porre in salvo, e al rullo d'un tamburo
ch'è uno schianto di mura, per la mano
ha ancora così gracile un futuro
da non reggersi ritto.
Giorgio Caproni
* estratto da Il passaggio di Enea, 1956
"[...] Pochi genovesi sanno che a Genova esiste un monumento ad Enea, credo che sia l'unica città del mondo. Come sia venuta l'idea ai genovesi di farlo non lo so; so solo che questo monumento non lo voleva nessuno. Ha girato da tutte le parti ed é andato a finire in Piazza Bandiera, vicino alla chiesa della Santissima Annunziata, che poi venne chiamata Piazza della Nunziata, che fu proprio la piazza più bombardata d'Italia, e io mi trovai lì proprio durante i bombardamenti, e vidi questo pover'uomo [...] con sulle spalle questo vecchio Anchise, per la mano il figlio, e dico: 'ma guarda un pò, é proprio il simbolo dell'uomo d'oggi, con sulle spalle una tradizione che ormai crolla da tutte le parti, perché è stata sbugiardata dalla guerra, qui, là, e però lui cerca di portare in salvo, e per la mano, un avvenire che invece di accompagnarlo ha bisogno di esser sorretto' [...] Enea pover'uomo.... (G. Caproni in Conversazioni radiofoniche con Giorgio Caproni, a cura di L. Surdich, Genova, Il Melangolo, 2004, pp. 114-116).
un passato che crolla tenta invano
di porre in salvo, e al rullo d'un tamburo
ch'è uno schianto di mura, per la mano
ha ancora così gracile un futuro
da non reggersi ritto.
Giorgio Caproni
* estratto da Il passaggio di Enea, 1956
"[...] Pochi genovesi sanno che a Genova esiste un monumento ad Enea, credo che sia l'unica città del mondo. Come sia venuta l'idea ai genovesi di farlo non lo so; so solo che questo monumento non lo voleva nessuno. Ha girato da tutte le parti ed é andato a finire in Piazza Bandiera, vicino alla chiesa della Santissima Annunziata, che poi venne chiamata Piazza della Nunziata, che fu proprio la piazza più bombardata d'Italia, e io mi trovai lì proprio durante i bombardamenti, e vidi questo pover'uomo [...] con sulle spalle questo vecchio Anchise, per la mano il figlio, e dico: 'ma guarda un pò, é proprio il simbolo dell'uomo d'oggi, con sulle spalle una tradizione che ormai crolla da tutte le parti, perché è stata sbugiardata dalla guerra, qui, là, e però lui cerca di portare in salvo, e per la mano, un avvenire che invece di accompagnarlo ha bisogno di esser sorretto' [...] Enea pover'uomo.... (G. Caproni in Conversazioni radiofoniche con Giorgio Caproni, a cura di L. Surdich, Genova, Il Melangolo, 2004, pp. 114-116).
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