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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

10 gennaio 2010

Migranti invisibili: gennaio 2001 - gennaio 2010

[....] I nuovi schiavisti di Calabria (non solo: oggi parliamo di Rosarno, domani chissà) non hanno neppure questo minimo scrupolo: non gli interessa che i loro schiavi abbiano dove dormire, che mangino e che possano lavarsi, non importa se muoiono, se fuggono. Ce ne sono talmente tanti e sempre nuovi in arrivo, è talmente enorme l'offerta di mano d'opera in arrivo dalle lande disperate del mondo che il per così dire ricambio naturale è nel conto. Anzi, è incentivato. Se spariscono i senegalesi arriveranno i magrebini, o i cingalesi a seconda della convenienza del clan mafioso che li importa e che controlla il territorio. L'economia non ne risentirà, anzi. È molto probabile che i nuovi arrivati che non conoscono la lingua, figuriamoci i diritti, pretendano di meno. Mano a mano che si rendono conto difatti cominciano a ribellarsi alle condizioni in cui sono tenuti dai clan criminali: è bene che si tolgano di torno. Ci mancano solo gli africani sindacalizzati... Che poi siano loro gli unici, in quelle terre, capaci di ribellarsi è una triste verità che parla degli italiani". [ leggi tutto....]"
Concita De Gregorio, "L'Unità", 9 gennaio 2010.

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" [.......]  La «dissonanza cognitiva» alla quale ci riferiamo oggi è tutta diversa. Risiede e prospera soprattutto nelle regioni del Nord e del Nordest. Dove proliferano quegli imprenditori piccoli e grandi che hanno avuto il merito di creare una società ricca di tutto, molto «affluente». Non senza l'aiuto di quella mano d'opera immigrata, spesso di colore non proprio bianco, ma prontissima sempre a fare dei lavori meno gradevoli nelle fabbriche, nelle fabbricone e nelle fabbrichette. Questa manovalanza così comoda nella sua quieta efficienza, gli imprenditori del NordNordest la vogliono, ne vogliono sempre di nuova, di più. Ma c'è qualcuno, da quelle parti (siamo quasi certi che si tratti di uno soltanto, ma parla forte, ma si fa sentire) che questi immigrati così colorati non li sopporta quando li vede in giro per andare a comprare il latte, per fare una passeggiata, per andare al cinema. Affetto da continui attacchi di «dissonanza cognitiva» l'imprenditore piccolo o medio di cui sopra (al singolare, perché siamo sempre più certi che si tratti di uno soltanto) protesta a voce alta: «Cosa vogliono? Cosa fanno? perché non si rendono, non dico inesistenti, ma quanto meno invisibili?». E intanto li trattiene nella sua fabbrica. E guai a chi glieli porta via. Ne vuole anzi degli altri. Possibile che non ci sia un metodo per ridurre questa clamorosa «dissonanza cognitiva»? Certo che c'è. Basta ricorrere alla scienza che può tutto, se solo vuole. Come si è visto in una recentissimo film americano: L'uomo senza ombra di Paul Verhoeven, al quale hanno lavorato, duecentottanta esperti di effetti speciali per rendere un uomo del tutto invisibile. E ci riescono. Ma è troppo costoso, evidentemente. Molto meglio, se possibile, inventare un anello da infilare al dito, e da girare finché non rende invisibile chi lo porta. Un anello del genere è stato inventato e messo in opera (ne sono certo) più di una volta. Ma la prima, la meglio raccontata di tutte, la troviamo nella cultura greco antica: in Erodoto e in Platone (la Repubblica Libro II) dove si narra la storia del magico "Anello di Gige". Il quale Gige, sia detto tra noi, era un bel mascalzone. Non si è ancora infilato al dito l'anello del Re che già va - invisibilmente - a insidiare la Regina. L'invisibilità sarà bella, ma assicura anche l'impunità, ci dice Platone. E fa nascere voglie pericolose in tutti. Ma Platone scriveva in greco (antico). E il greco antico non è affatto di moda, nel nostro Nord, Nordest. Nessuno lo deve più studiare. Nessuno lo studia più: tanto a che serve? Già, a che serve? Serve a non ospitare in cuore sentimenti incoerenti e contraddittori. Desideri intimamente contraddittori. Dissonanze clamorosamente contraddittorie. A questo serve." 
Beniamino Placido,  "Repubblica", 21 gennaio 2001


*estratto dall'Archivio online di "Repubblica": B. Placido, L'immigrato perfetto è invisibile, "Repubblica", 21 gennaio 2001 [leggi tutto]

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