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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

05 marzo 2011

Sguardi di futuro

[...] Nei centri di ricerca sono convinti (un po´ come Verlaine) che tutto sia stato ormai immaginato, e spesso anche realizzato a livello di prototipo. E dunque serve, in qualche modo, ripartire da zero.
Condivido appieno l´esigenza, ma non sono affatto sicuro che possano esistere, da qualche parte del mondo, intelligenze pure, menti vergini, e immaginazioni radicalmente creative. Piuttosto, ci sono delle menti con altre competenze, altre memorie, e dunque altre immaginazioni, rispetto a quelle di chi professionalmente progetta, ad esempio, automobili. A mio parere, per rilanciare l´immaginazione, per renderla davvero produttiva, si tratta, piuttosto che di fare tabula rasa, di cambiare enciclopedia, per esempio di far progettare automobili da storici dell´arte o da archivisti, a gente che abbia in memoria altri cliché, e che sia capace di sorprendersi e di sorprendere. Non è questione di ripartire da zero, ma, come nel film di Troisi, di ricominciare da tre, partire da un´altra topica e da un´altra immaginazione. Da questo punto di vista, sono proprio le nostre application che ci possono insegnare qualcosa: l´enorme creatività, l´enorme produttività del mondo digitale nasce essenzialmente dal fatto che abbiamo a che fare con strumenti dotati di una memoria potentissima. In fondo, lo avevamo sempre sospettato: la grande immaginazione è sempre grande memoria, "memoria dilatata e composta" (diceva Vico) che "crea matrimoni illegittimi tra le cose" (come diceva, questa volta, Bacone). Il fatto che i greci considerassero Mnemosyne, la dea della memoria, come la madre di tutte le muse, la dice lunga sui legami che intercorrono tra memoria, immaginazione e creatività. La vera scommessa, per noi, non è quella di fare tabula rasa, tanto è impossibile, quanto piuttosto di imparare a convivere con l´enorme memoria (dunque anche l´enorme immaginazione) dei nostri smartphone senza lasciarci paralizzare, e anzi servendocene. Dopotutto, sarà anche vero che il nostro iPad potrebbe dire, proprio come l´androide di Blade runners, «ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare». Ma resta che si potrebbe sempre obiettare, facendo il verso ad Amleto, che ci sono più cose fra la terra e il cielo di quante ne sognino le application dei nostri telefonini."
Maurizio Ferraris



*M. Ferraris, L’immaginazione è finita. Se la tecnologia sogna per noi, "la Repubblica" 5 marzo 2011

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