"[...] La città reale moderna esige non solo la manutenzione dei letti dei fiumi, sacrosanta, ma anche la manutenzione di una sana democrazia. Che non può non essere che una democrazia responsabile, ossia - per dirlo chiaro - disciplinata. Dove la disciplina discende da un rapporto leale tra i cittadini e i loro delegati. Invece un formidabile patto sottinteso tra governanti e governati in Italia fa si che si crei una sorta di città virtuale dove si finge che ci sia una situazione sotto controllo, legale o al massimo invia di legalizzazione. Addirittura per eclissare la realtà dei fatti si sogna una city ideale, magari tutta digitalizzata e ipermonitorata, dove il rapporto tra gli uomini e trai singoli e i governanti sia reso per magia perfetto dal solo ricorso alla tecnologia più avanzata, alla progettistica futuribile. Si dimentica così che la prima "sostenibilità" concreta, materiale della città, risiede nella sostenibilità dei suoi muri, pareti, argini, edifici, scarichi idraulici. E nella concorrenza di tutti a questo fine. Insomma, nella sopravvivenza dei corpi e della anime, raggiunta attraverso l'alleanza consapevole di tutti in ogni gesto quotidiano. Se no finisce che la città reale si vendica della città virtuale." Giorgio Bertone
*G. Bertone, La città reale e quella virtuale, "Il Secolo XIX", 9 novembre 2011.
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