"[....] Infine, ecco il punto cruciale della faccenda. Un verdetto avverso pronunciato da questa o da qualsiasi altra Corte potrebbe veramente impedire l’ulteriore diffusione del libro? La storia di casi del genere non convalida una simile supposizione. Anzi, un verdetto sfavorevole aggiungerebbe soltanto esca al fuoco. La proscrizione conduce solo alla resistenza: la lotta continua sotterranea e diviene perciò più insidiosa, più difficile da combattere. [...] Non potete eliminare un’idea sopprimendola. E l’idea legata a questo caso è la libertà di scegliersi le proprie letture. La libertà, in altre parole, di leggere ciò che è male o ciò che è bene per uno, o ciò che semplicemente è innocuo. Insomma, come ci si può guardare dal male, se non lo si conosce?"
Henry Miller
*H. Miller, Lettera al mio giudice, "Repubblica" 9 settembre 2012
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