Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".
21 gennaio 2014
07 gennaio 2014
Se si insegnasse la bellezza ...
"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore."
Peppino Impastato
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01 gennaio 2014
Quando la speranza ci fa rischiare
"Quando la speranza ci fa rischiare comincia un anno nuovo. Se solleviamo lo sguardo incontriamo orizzonti appesantiti da grosse nuvole che minacciano tempesta. Che fare? Arrendersi, scappare, deprimersi, disperare? La tentazione c'è, ma pure qualcosa ci dice che dobbiamo dare un calcio ai lamenti e ai mugugni se vogliamo entrare nell'anno nuovo col piede giusto. Vogliamo cominciare con una parola desueta e impopolare? Una parola screditata perché apparentemente morbida e fragile. Ma che pure ha un cuore di ferro. La parola speranza. Che ad alcuni suscita un risolino beffardo, ad altri uno sbadiglio di noia. Ma pure bisogna riconoscere che senza speranza la realtà la si imbalsama come fosse un corpo morto. Un corpo dal cervello piatto che, nell'euforia dell'onnipotenza tecnologica, teniamo in vita pompando sangue dentro vene inerti. Ma davvero è quello che vogliamo? Eraclito, che non era certo un ottimista, diceva che «senza speranza è impossibile trovare l'insperato». Sperare infatti non vuoi dire mettersi a braccia conserte ad aspettare la manna dal cielo, ma rimboccarsi le maniche e darsi da fare. «Se ti trovi davanti due strade», scrive Terzani, «una che va in su e una che va in giù, prendi sempre quella che sale». La discesa è più facile, certo, ma di solito ti porta in un buco. Andare in salita è faticoso, ma è una sfida e ti porta in alto. Pur sapendo che la speranza, come dice Bernanos, è piena di rischi. È addirittura «il rischio dei rischi». Ma se non rischi e ti fermi impaurito, alla fine sarai travolto. Perché, come ci suggerisce quella piccola cosa poetica che è l'orologio, tutto corre e si muove e chi resta fermo viene spazzato via dalla gran scopa della storia. «La speranza è una cosa dotata di ali», pare di sentire la voce maliziosa e intelligente di Emily Dickinson, «che mette su casa nello spirito e canta un canto senza parole e non si ferma mai». Con quel poco di voce che ci è rimasta, ci tocca cantare, se vogliamo che qualcosa in noi voli ...."
Dacia Maraini
*D.Maraini, Quando la speranza ci fa rischiare, "Corriere della sera", 31.12.2013.
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