L'eterno vizio della corruzione
"[...] Nel mondo politico serpeggia il fastidio: non si può eternamente vivere sotto il peso di un passato che non passa. E una magistratura che tenta ancora di scavare nella corruzione viene spesso presentata come un "soggetto politico" che vuole alterare gli equilibri politici. Ma, così ragionando, non ci si è avveduti che non stavano riemergendo soltanto alcuni vecchi attori, ma pure le vecchie abitudini. Che fare? Per ricostruire una moralità pubblica, prima ancora di porre mano a regole più severe, bisogna praticare quotidianamente una sana intransigenza, non difendere ad ogni costo i propri fedeli perché fuori è accampato il nemico, non camuffare i rapporti d' affari intrattenuti dai politici da legittime relazioni professionali o sociali. So che parlare di questione morale disturba. Ma questa è la grande questione politica aperta e irrisolta. Se davvero la politica vuole riprendere il sopravvento, deve rendersi conto che le sue regole devono essere assai più severe di quelle del codice penale."
Stefano Rodotà
"[...] Nel mondo politico serpeggia il fastidio: non si può eternamente vivere sotto il peso di un passato che non passa. E una magistratura che tenta ancora di scavare nella corruzione viene spesso presentata come un "soggetto politico" che vuole alterare gli equilibri politici. Ma, così ragionando, non ci si è avveduti che non stavano riemergendo soltanto alcuni vecchi attori, ma pure le vecchie abitudini. Che fare? Per ricostruire una moralità pubblica, prima ancora di porre mano a regole più severe, bisogna praticare quotidianamente una sana intransigenza, non difendere ad ogni costo i propri fedeli perché fuori è accampato il nemico, non camuffare i rapporti d' affari intrattenuti dai politici da legittime relazioni professionali o sociali. So che parlare di questione morale disturba. Ma questa è la grande questione politica aperta e irrisolta. Se davvero la politica vuole riprendere il sopravvento, deve rendersi conto che le sue regole devono essere assai più severe di quelle del codice penale."
Stefano Rodotà
*Repubblica, 12.8.1997
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