"[...] Come avrete capito, ho un’arroganza divina, un’arroganza che spesso non è riconosciuta ma che è propria degli scrittori ed è stata tramandata di generazione in generazione per migliaia di anni. Ho una fiducia in me stesso che cresce come una perla dentro il duro guscio della letteratura. Ho un’immunità protetta dall’armatura di acciaio dei miei libri. Scrivo nella cella di una prigione. Ma non sono in prigione. Sono uno scrittore. Non sono né dove sono né dove non sono. Mi si può imprigionare, ma non tenermi in prigione. Perché, come tutti gli scrittori, possiedo una magia. So attraversare i muri con facilità." -
Ahmet Altan
*la Repubblica, 27.9.2017
v. Ahmet Altan, Scrittore e assassino, edizioni e/o, 2017.
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