"Lo so, oggi nel nostro paese c'è una legge che prevede il reato di immigrazione clandestina e quindi contestualmente quello di favoreggiamento, ma nessuno mi impedirà di dire che la sola idea mi provoca un irrefrenabile disgusto, provo vergogna per chi l'ha concepita. Il nostro è un paese di cultura cattolica e allora, anche se l'ho già scritto, mi sembra importante ricordare e non mi stancherò mai di farlo, che il comandamento più importante dell'antico testamento (quella Torah santa anche per i cristiani) è: “Amerai lo straniero, ricorda che fosti straniero in terra d'Egitto, io sono il Signore”. Esso è il più ripetuto nelle scritture ed è sempre ratificato dal sigillo dell'ineffabile nome divino. Chi più della gente italiana ha conosciuto l'Egitto dell'emigrazione: quasi trenta milioni di italiani lasciarono il loro paese in un secolo spinti dalla fame e dalla disperazione e fra loro chissà quante centinaia di migliaia furono clandestini. Ma non è questa la storia che i nuovi Soloni vogliono raccontare".
Moni Ovadia, "L'Unità", 24 agosto 2002
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*v. anche l' intervista a Moni Ovadia (20 giugno 2008) a proposito delle nuove direttive europee per i rimpatri dei clandestini, pubblicata nel sito dell'associazione Abarekà-Nandree.
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