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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

18 settembre 2008

Migranti


Lietta Tornabuoni
Integrazione a senso unico
"La Stampa", 18 settembre 2008


Il ragazzo nero di diciannove anni ammazzato a Milano a colpi di spranga in testa era cittadino italiano, viveva in Italia da tempo: porsi il problema dell’integrazione in questo caso è sbagliato, eppure di integrazione si continua a discutere in modo strano.
Di due cose si tiene poco conto, quando si parla di integrazione. La prima sta nel fatto che l’integrazione non è un fenomeno a senso unico, non è un compito riguardante soltanto gli emigrati, non è un dono che cade dal cielo sugli emigrati buoni, regolari, di buona volontà. Per realizzare l’integrazione, bisogna almeno essere in due: tu vuoi stare in questo Paese, io ti accolgo. Se uno desidera integrarsi e l’altro lo spranga a morte, se uno accoglie e l’altro lo deruba, difficilmente si realizzerà integrazione. Non è che tutti debbano diventare improvvisamente impeccabili, però il fenomeno sociale può avere migliore andamento se lo si osserva con consapevolezza.
Seconda cosa: l’integrazione è una faccenda lunga, graduale. Inutile pretendere che si realizzi velocemente, per un puro atto di volontà, come una chiamata al cellulare o una moneta nella macchina del caffè. Stolto immaginare che somigli a una dichiarazione scritta o a un documento da presentare allo sportello. Si può (si deve) chiedere agli emigrati di rispettare leggi e regole del Paese in cui vivono, ma integrarsi è un’altra cosa. Nel mondo, le comunità diverse hanno sempre faticato moltissimo a integrarsi nelle nuove società. Basta pensare agli italiani di New York, in parte ancora strettamente cittadini della loro Little Italy, con le feste di San Gennaro, i maccheroni e tutto; o ai cinesi di San Francisco, chiusi nelle loro strade e nei loro riti; o ai nordafricani della periferia di Parigi. In genere, bisogna aspettare un paio di generazioni perché alcuni (non tutti) risultino più o meno integrati: per le persone adulte o anziane, rinunciare alla propria esperienza, educazione, natura, cultura è un’operazione non soltanto difficile, ma anche impraticabile. In molti casi, storicamente il tramite dell’integrazione è stato il crimine, unica forma di potere esercitabile dagli emigrati: e anche su questo si potrà riflettere. Invece la mancanza di cultura, l’ignoranza della Storia, fanno sì che a noi ogni cosa sembri nuova ed esclusiva, mai vista né affrontata, senza precedenti, impossibile da risolvere: ma è già accaduta prima, tanto tempo fa.
*estratto dal sito de "La Stampa".
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