"Religione non è l’accomodarsi col Papa per l’averne o sperarne licenza o assistenza alle sbirrerie e alle ladrerie, non è il battezzare le navi da guerra con l’asperges, non è il berciare da i’ balcone «la santità della famiglia» per poi sparapanzarsi adultero ai tardi indugi di un sonnolento tramonto. «Religio, religiones» (scrupoli o perplessità che ci «rilègano» al mistero) muovono a meditare sui destini umani e sulle fortune civili: non sono pratica che si esaurisce nell’inquadrare cappellani militari e vescovi castrensi da tenerli pronti e buoni per il dì della strage, nel comandare la Messa al campo, il presentat’arm al Santissimo co’ fucili mitragliatori, nell’invocare Cristo a benedire il siluro. No. Religione è una profonda attitudine a meditare sui destini umani e a servire la causa infinita che alcuni eletti (non io) hanno sortito da Dio. È un sommettersi a quel misterioso ignoto cioè non sempre razionalmente consapevole che sospettiamo essere, nella deserta luce della vanità, la presenza invisibile di Dio".
Carlo Emilio Gadda
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