"La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio ...."
[Francesco De Gregori]
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio ...."
[Francesco De Gregori]
Chi avrebbe pensato a Milano sottratta al Pdl e alla Lega, la capitale del "signorghepensimì", pronta a votare il candidato "comunista"?. Eppure c'erano alcuni segnali da interpretare. A Sanremo aveva vinto Roberto Vecchioni con una canzone così politica (l'anno prima aveva vinto il duetto Pupo-Savoia con una canzone impresentabile, specchio di un'Italia impresentabile). Credo anche che le celebrazioni del 150 anni abbiano influito sul voto perché la borghesia del nord forse non è disposta ad accettare i disegni devastanti della Lega. Credo che il card. Tettamanzi sia stato determinante (la sua omelia nei giorni della Pasqua era esplicita). In queste settimane abbiamo visto che artisti, intellettuali e importanti protagonisti dell'economia, erano compatti contro la Moratti e il Pdl, prontissimi a votare Pisapia "per il bene di Milano"; Tabacci lo ha detto chiaramente ad Annozero. Credo che questo voto sia il segnale della fine della "Milano da bere" per l'urgenza di tornare ad essere capitale morale. Perché non dobbiamo dimenticare che prima di Berlusconi e i berluscones c'era Craxi ed il craxismo che avevano governato con la strategia dell'arroganza e dell'impunità. Proprio in questi giorni a Genova è morto Fulvio Cerofolini e tutti hanno rimarcato che fu il sindaco galantuomo, che era una persona onesta, amata da tutti perché perbene ... e nel tono di chi ne ha parlato c'era l'evidenziazione di una "eccezionalità" di qualità che dovrebbero essere la normalità per ogni figura istituzionale. Cerofolini fu un oppositore certo ed indomito di Craxi e del craxismo. In uno dei tanti articoli pubblicati per ricordarlo c'è una sua dichiarazione del 1993 che mi sembra esemplare anche per oggi:
“Il socialismo non è morto di vergogna […]. Quello che è morto è un certo modo di tradurre la politica socialista. E’l’arroganza, la supponenza, l’autoritarismo. Il leaderismo craxiano e di tutto un ceto politico cresciuto nel culto dell’applauso del capo”.
“Il socialismo non è morto di vergogna […]. Quello che è morto è un certo modo di tradurre la politica socialista. E’l’arroganza, la supponenza, l’autoritarismo. Il leaderismo craxiano e di tutto un ceto politico cresciuto nel culto dell’applauso del capo”.
Il berlusconismo ne è stato la continuazione con altri mezzi (ma a Milano aveva lo stesso target di elettorato) e quando cadrà, cadrà per le stesse identiche motivazioni, forse con una motivazione in più "l'arroganza dell'esibizione asfissiante della straripante ricchezza del capo, paperondepaperopoli di Arcore.
Quindi, anche se il cammino sarà ancora lungo, questa sera festeggiamo in ogni parte d'Italia pensando che "la nottata sta passando" e ricordiamo a tutti che il 12 e 13 giugno la storia "saremo noi" se voteremo per il referendum (Si o No non importa ma dobbiamo vincere il quorum).
Quindi, anche se il cammino sarà ancora lungo, questa sera festeggiamo in ogni parte d'Italia pensando che "la nottata sta passando" e ricordiamo a tutti che il 12 e 13 giugno la storia "saremo noi" se voteremo per il referendum (Si o No non importa ma dobbiamo vincere il quorum).
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