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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

23 giugno 2011

Ritrovare la responsabilità culturale

"[...] La cultura dipende dalla nostra crescita civile ed interiore non dal nostro reddito. Noi italiani siamo stati i primi ad inventare il cittadino responsabile fra il Trecento e il Cinquecento con l’Umanesimo e il Rinascimento. Perché l’Italia ritorni ad essere culturalmente una super potenza dobbiamo prima domandarci come è successo che a centocinquanta anni di splendore sia seguita la nostra lunga servitù civile e morale con il suo bagaglio di sudditanza, di menzogne, di opportunismo e di cinismo. Dobbiamo quindi ritrovare la responsabilità culturale e la sana dimensione di un egoismo civile che ci porti a considerare ogni angolo del nostro Paese e della nostra cultura un angolo di cui siamo legittimi proprietari. Un angolo che dobbiamo e vogliamo curare. Un angolo del quale siamo responsabili. Curare nel senso di prendersi cura. Curare nel senso di guarire i malanni che hanno reso la cultura ed i suoi beni un malato, se non terminale, un malato grave. Essendo un curatore di professione, nel bene e nel male, è chiaro che sia convinto che l’Italia abbia necessità di una società e di una classe politica che si prendano la responsabilità di assumere il ruolo di curatori della propria cultura. Curare significa creare un’armonia, una funzionalità, un’efficacia e un dialogo fra parti diverse. Curare significa costruire un sistema funzionante, fruibile e leggibile di tante realtà autonome ma complementari fra di loro. Curare la cultura del proprio Paese vuol dire sentire il dovere e la necessità di rendere percorribile una rete che unisca l’espressività geografica ed artistica del nostro territorio, fatto di così tante e differenti parti, collegando il patrimonio artistico con la contemporaneità. Una contemporaneità che non è fatta solo di musei e di mostre ma è costituita da tanti soggetti e contesti vivi e vivaci; musicali, teatrali, cinematografici, architettonici, artistici. La cultura ha bisogno di moltissimi interventi e di molti meno eventi. [...]"
Francesco Bonani

*F. Bonani, La cultura non è petrolio, "La Stampa", 23 giugno 2011.
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