"[...] E' troppo facile lamentarsi e credere che a ogni generazione la nostra civiltà sia alla fine. C´è il rischio di sbagliare come i più autorevoli intellettuali d´Europa che all´avvento della rivoluzione di Gutenberg parlarono della morte del libro. È un azzardo fare pronostici sulla attualità, appaiono sempre nuove forme. Si può solo, a volte, definire la transizione mentre avviene, vedere il passo che attraversa la frontiera: pensiamo all´Ulisse di Joyce, un capolavoro classico nel senso più radicale, opera vicina a Omero, e poi a Finnegan´s Wake, un´opera totalmente nuova scritta per trovare una lingua dell´inconsapevole, del sogno e della notte, un esperanto dell´ignoto. Joyce è stato un uomo di genio su due parti della frontiera, e la nostra età comincia davvero dopo Finnegan´s Wake, dopo il surrealismo e le altre avanguardie. Nel mondo del rock è cambiata la qualità del suono, della luce e perfino del corpo. Ma attenzione, il punto non è il susseguirsi delle forme nuove. Anzi. Ogni forma nuova è spesso l´espressione di una creatività".
George Steiner
*M.Bono, George Steiner, La Bibbia e la cultura contemporanea raccontate del grande critico, "la Repubblica", 19 maggio 2012.
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