"Bisogna sbrigarsi ad abbandonare le etichette accecanti di cui continuano a servirsi i dirigenti politici, che di fronte a un’aggressione invocano «il nemico barbaro», «gli atti mostruosi», «i personaggi diabolici». Comprendere il nemico consente di scoprire mezzi specifici per combatterlo. L’uso della forza, militare o poliziesca, deve restare sempre possibile, un attacco imminente dev’essere fronteggiato con le armi. Ma a ciò si aggiunge un’altra conseguenza: comprendere l’agente aggressivo dal suo punto di vista diventa il preambolo indispensabile di ogni lotta contro di lui. Perché dietro gli atti fisici ci sono sempre pensieri ed emozioni, e anche su di essi si può agire. L’ostilità può essere motivata da un sentimento di umiliazione, o dall’ingiustizia subita, o dalla collera, o da sogni di potenza, oppure può essere il risultato dell’ignoranza. I nemici sono degli esseri umani, come noi. Per neutralizzarli non dobbiamo servirci necessariamente di bombe o di missili: ma ci sarà sempre bisogno di coraggio e di perseveranza."
Tzvetan Todorov
"Repubblica", 25.1.2016Tzvetan Todorov
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