"Nostro tempo presente sono le barriere, i muri dentro i quali accatastare vite di viandanti, viaggiatori perfetti perché senza biglietto di ritorno. Nostro tempo è attesa di lasciapassare, a puro spreco di energie compresse, trattenute al macero. Nostro tempo presente è il mare della civiltà mediterranee gonfiato di annegati più di qualunque guerra marinara, più di ogni tempesta. Tempo presente è la paura soffiata intorno al bastoncino dello zucchero filato, la paura vuota verso il forestiero di passaggio, che poggia a terra il suo bagaglio per tirare il fiato.
Così vado a cercarlo in una storia scritta nell’altroieri di tremila anni, il paradiso possibile e terreste. E uso per lui il modo indicativo e il tempo presente, perché lì dentro quella storia dura e si rinnova agli occhi di ogni generazione. Scorgo quel paradiso, quel giardino irrigato in mezzo a siccità, in qualunque mossa di benvenuto, di saggio invito all’ombra, misteriosamente ripagato con sovrabbondanza. Il paradiso sta in ogni accoglienza e sta accanto all’inferno, a portata di mano tutti e due.
Erri De Luca
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