"Nella nuova età dei muri e del filo spinato questi diritti sono sistematicamente violati. Anzi la violazione è eretta a sistema politico. La libertà di muoversi si arresta al confine. Sempre più acuto è il contrasto, lasciato in eredità dalla Rivoluzione francese, fra i diritti dell’uomo e quelli del cittadino. I diritti umani valgono solo se si possiedono i privilegi del cittadino. Chi non ha cittadinanza, un passaporto da esibire, lo scudo di uno Stato-nazione, non ha protezione giuridica. Di nuovo: è lo Stato sovrano che detta legge. Lo aveva denunciato Hannah Arendt reclamando, con una formula divenuta celebre, un «diritto ad avere diritti». Perché si tratta del diritto all’appartenenza, la cui negazione costituisce la frontiera della democrazia. Infatti a proteggere è il diritto, non l’umanità. Così, chi non è coperto da bandiere e drappi, chi è più esposto nella propria nuda umanità, non può paradossalmente avere protezione. I diritti umani, inalienabili, irriducibili, non derivanti da alcuna autorità, sono allora condannati a naufragare. E con loro gli esseri umani respinti, banditi nell’inumano".
Donatella Di Cesare, "L'anniversario", Corriere della sera, 10.12.2018.
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