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Il titolo di questo blog è ancorato ad un editoriale di Amos Luzzatto pubblicato sulle pagine del quotidiano "La Repubblica" nel giorno di Pasqua del 2001 sotto il titolo "Il valore della Libertà il rispetto della Legge".

31 marzo 2020

Pregidizi incrociati

"Troppi pregiudizi cristallizzati.
 Troppe bande armate. 
E tutti talmente convinti delle proprie idee, che per le idee dell'altro spazio non c'é. 
[...] Non si può conversare con chi, se non sei d'accordo, non ti riconosce parità."
Raffaele La Capria

*R.La Capria, L'estro quotidiano", Mondadori, Milano, p. 54.


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26 marzo 2020

La parola

"Accanto alla parola che elettrizza una società per la sua libertà e la sua veracità vi è anche la parola ipnotizzante, illusoria, che fanatizza, furiosa, fraudolenta, pericolosa, mortale. La parola freccia."
Vaclav Havel


*V. Havel, Interrogatorio  distanza, Garzanti, Milano, 1990 p. 212 .

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23 marzo 2020

Gli dei esistono ...

"Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità."
Epicuro
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20 marzo 2020

Alleluja! 1741

"Ed eccola qui scritta, ecco che risuona la parola ripetibile all'infinito in infinite variazioni: "Alleluja! Alleluja! Alleluja!".
Sì, raccogliere in essa tutte le voci della terra, le voci chiare e le scure, quelle robuste degli uomini e quelle più morbide delle donne, dare loro corpo, volume, estensione, legarle e disgiungerle nel ritmo del coro, farle salire e scendere lungo la scala di Giacobbe delle note, blandirle con le dolci arcate del violino, spronarle con aspri squilli di fanfara, lasciarle spumeggiare nel fragore dell'organo: "Alleluja! Alleluja! Alleluja!".
Fare di questa parola un grido di gratitudine, di esultanza, che riecheggi dalla terra al cielo fino a raggiungere il Creatore dell'universo".
Stefan Zweig



S. Zweig, .Momenti fatali, Adelphi (1741, Il Messiah di Handel).


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19 marzo 2020

Responsabilità del Professore


"[...] Se il nome Professore deriva da profiteri, "professare", obbligata è la domanda: «ma noi professori cosa professiamo? Siamo all'altezza del nostro nome?». A noi spetta professare sia l'etica della competenza, conoscere alla perfezione la disciplina che insegniamo, sia l'etica della responsabilità, praticare risposte intellettualmente oneste: trasmettere certezze ma anche condividere dubbi e ammettere socraticamente di non sapere; non da ultimo, pretendere il massimo impegno dai ragazzi, al riparo da ogni malsana pedagogia facilitatrice. I professori capaci, onesti ed esigenti sono quelli che, oltre ad onorare il loro nome, sono negli anni i più ricordati e amati dagli studenti."
Ivano Dionigi 

*Avvenire, 19.3.2020.
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16 marzo 2020

Le parole per dirlo

"Non a tutto, qui, c'è risposta
 Non vi è dato scoprire chi sono."

Marina Cvetaeva


*M. Cvetaeva, Il Paese dell'anima. Lettere 1909-1925, Adelphi,Milano, 1988, p.45.


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14 marzo 2020

# Io resto a casa, ma ...

SONO GIORNI PREZIOSI
Tutto ciò che non era nostro
è caduto, ora dobbiamo vivere
con ciò che ci resta,
ora sappiamo che la vita è enorme
anche quando è silenziosa e ferma.
Il sacro è tornato, è sacro
scrivere una lettera aspettare un abbraccio
alla fine di questa sventura, parlare d'amore,
accompagnare qualcuno nel fiordo
della tua paura.
Sono giorni rari, sono giorni preziosi,
facciamo qualcosa per meritarceli,
in fondo è un privilegio essere qui,
ognuno a casa sua
ma tutti assieme nella casa del mondo.
Franco Armino
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13 marzo 2020

#Io resto a casa, ma ...

"Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio:
- Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi.
Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta.
Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani.
Lava i piatti. Togli la polvere.
Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo.
Fai un passo e fermati. Riposati.
Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere."
Elena Mikhalkova

*E.Mikhalkova, "La stanza delle chiavi antiche"

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12 marzo 2020

#Io resto a casa, ma ..

In questi giorni le istituzioni culturali dell'Italia tutta hanno lanciato un mare di iniziative attraverso i social che meritano proprio l'attenzione di chi "resta a casa". Questo a significare che davvero il Web è la splendida opportunità di condivisione, così ben definita da Luca De Biase:
"La bellezza sfavillante della rete sta proprio nella sua allusione incessante, irrinunciabile, alla realizzabilità di ciò che non si credeva possibile. L’opportunità si può cogliere coltivando una nuova immaginazione".
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11 marzo 2020

1863 / 2020


"Non è sinora penetrata nelle nostre abitudini la persuasione che il governo è parte di noi stessi, che non è nostro nemico il fisco, che, il contrario, è il nostro aiuto principale e che è quello, senza il quale non avremmo sicurezza, protezione, strade, istruzione, non avremmo nulla."
Quintino Sella, 3.7.1863

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10 marzo 2020

#io resto a casa, ma...

Novemarzoduemilaventi

"Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare
Lo sapevamo. lo sentivamo tutti
ch'era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora, farla fruttare ..
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c'era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere -
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c'è stato un salto
di specie - dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c'è dell'oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d'oro per noi. Se ci aiutiamo.
C'è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d'un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l'universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi - proprio come
ogni stella - ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l'hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d'ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un'altra mano
sentire forte l'intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora -
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
Mariangela Gualtieri

09 marzo 2020

La magia della ricerca

"Sono in cerca della verità, che è fluttuante e flessibile: non so quello che troverò, ma la magia sta nella ricerca."
Domenico Iannacone



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04 marzo 2020

Abbiamo bisogno di poesia

«Fa' il bilancio e la rassegna dei tuoi giorni» (dispunge... et recense vitae tuae dies). Chi voglia seguire questo invito di Seneca (La brevità della vita 7, 7) si sorprenderà occupatus, assorbito da vane occupazioni, oppure sapiens, uomo saggio? Sappiamo il tempo dedicato al lavoro, allo sport, ai viaggi, agli amici, ai divertimenti: ma quanto ai famigliari, agli affetti, agli altri, a migliorare noi stessi in compagnia del silenzio, dei libri, della propria interiorità? Delle tante decisioni prese nel corso della giornata quante sono urgenti, importanti, indifferibili? Dei totalizzanti e defatiganti impegni e appuntamenti, quanti rispondono a bisogni primari e autentici, e quanti invece sono indotti dalla cultura del superfluo? Quante strade percorriamo che non portano da nessuna parte? Una tavola di valori presiede alla nostra quotidianità oppure essa conosce – per usare la fulminante sentenza di Paul Ricoeur – l'ipertrofia dei mezzi e l'atrofia dei fini? Ricordo una convulsa assemblea accademica di alcuni anni fa, nella quale a fronte delle reiterate richieste e rivendicazioni («abbiamo bisogno di spazi, di laboratori, finanziamenti, di posti, di incentivi, di facilitazioni normative, di...»), il più anziano e autorevole dei colleghi ha bruscamente interrotto la litania delle geremiadi esclamando: «Rettore, abbiamo bisogno di poesia».
Ivano Dionigi

*Avvenire, 4.3. 2020
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01 marzo 2020

Avere tempo


"[...] mi sembra che quasi nessuno di noi sia interamente dove appare tutto il tempo. Anche nel privato siamo contemporaneamente in più posti e ciò, secondo le circostanze, può essere tremendo o meraviglioso. E poi esistono quei momenti rari in cui ci sentiamo di essere pienamente lì, come se fossimo finalmente riusciti a occupare il centro della nostra vita." -

Hisham Matar

*Vogue Italia, 14.2.2020.


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