"[...] Quando penso alla parola "no", non la intendo nell'accezione più comune e immediata, ovvero come pura negazione. Al contrario, ne rivendico tutto il valore propositivo e costruttivo. Le faccio un esempio: ogni rivoluzione rappresenta un "no" che si impone o cerca di imporsi al "sì": allo status quo, agli interessi costituiti, al conformismo, al dominioo addirittura alla dittatura. Ora, so bene che nel corso degli accadimenti storici arriva poi, inevitabilmente, il momento in cui il "no" iniziale si converte di nuovo in un "sì". Sì all' ostentazione del potere, alla corruzione, alla confusione degli ideali iniziali che avevano determinato quella rivoluzione. Eppure, malgrado queste costanti e ripetute impasse, continuo a rivendicare tutto il valore dinamico e propulsivo della parola no" [...].
José Saramago
*Intervista a J. Saramago, "Repubblica", 19 nov. 2009
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