"Ho la mia casa in piazza delle Vigne, il forno in vico dell'Amor Perfetto, la farmacia in via della Posta Vecchia, il supermercato in Canneto il Curto, e fin qui vado spedito nel persistere delle ragioni pratiche della mia città, ma quando salgo per via Cairoli verso largo Bezzecca, e di lì per piazza Mentana su per via Ugo Bassi per tagliare in piazza dei Martiri, allora rallento e ai cantoni mi vien voglia di alzare gli occhi dal marciapiedi su per i muri fino alla targa, lì dove appiccati alla pietra ci sono nomi che un tempo la città ha ritenuto memorabili e ora vanno sfarinandosi nella materia del niente; la pietra conserva la morte non conserva la vita, se qualcosa ancora vive è nello sguardo di chi alza la testa ai cantoni, e ricorda, e porta memoria. Mi ha insegnato mio padre a leggere le targhe delle strade prima ancora che imparassi a leggere a scuola, io sillabavo e lui raccontava; se ne faceva una passione, soprattutto quando andavamo in gita e le targhe portavano nomi di uomini mai prima sentiti; le passioni non passano invano, e io ancora adesso sillabo e racconto, mio padre non c'è più ma la mia voce è la sua.
Maurizio Maggiani
Maurizio Maggiani
*Repubblica, 7.8.2018
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