"Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli "altri" le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell'arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d'altronde non rispetta lui. Non ama l'amore, ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l'ascesa al potere..."
Ennio Flaiano, Diario degli errori, 1976.*Postilla:
Se ci pensiamo bene il cinema italiano ha rappresentato alla perfezione questo "italiano tipo" (qui descritto da Ennio Flaiano). interpretato di volta in volta da Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio ecc., figure prevaricanti nella storia raccontata, ciniche e amorali, immancabilmente capaci di mettere all'angolo l'italiano perbene, che pure c'era e probabilmente è la maggioranza.
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