"[...] Per questo quando sento dire quest’altra insigne sciocchezza che con il ’45 è finito tutto, il fascismo e l’antifascismo, penso spontaneamente all’ombra di Antigone sempre proiettata su di noi, da prima che nascesse Mussolini, da prima che nascessero i partigiani del 1943-44, perché di fondo è proprio qui, da questo no irriducibile che nasce a un certo punto una ribellione che era contemporaneamente l’affermazione di valori più forti di Creonte. Questo ha vissuto la generazione della Resistenza. E siccome sulla Resistenza, sulla sua nascita, su quello che ha fatto, si è speso già troppo di retorica, dico subito che questo no non è stata una cosa uscita coi pennacchi delle cose gloriose che si vanno a fare sapendo che cosa sono e di quali valori si è portatori, ma è nata al modo che dice Piero Calamandrei, che ha un frase bellissima per significare il risveglio di una coscienza morale che viene per qualche via arcana e prodigiosa ma che arriva. Nel 1944, quando in Emilia la Resistenza diventa un fenomeno di massa, le persone preparate non erano molte, io ne ricordo due o tre ..."
Francesco Berti Arnoaldi
Francesco Berti Arnoaldi
-"La Resistenza e il no di Antigone. Il Partigiano Checco” Francesco Berti Arnoaldi, 2019.
-Francesco Berti Arnoaldi, Viaggio con l'amico. Morte e Vita di Giuliano Benassi", Sellerio, Palermo, 1990.
*Francesco Berti Arnoaldi, (1826-2018) tenace custode della memoria della Resistenza a Bologna, è stato anche primo Presidente della Fondazione Fossoli.
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