È come se ci fosse stato un posto vuoto nell’immaginario del nostro paese e Ghali lo avesse riempito. “Sono un italiano vero”, ha intonato nella serata dei duetti, subito dopo le struggenti strofe arabe della sua Bayna: questa, anche questa, è la verità degli italiani (reali) del 2024. Contro l’ossessione identitaria delle destre, che solleticano retoriche nazionalistiche e da purezza della razza, questo trentenne nato da genitori tunisini, e cresciuto nella periferia di Baggio, saltella tra i confini e dissemina luci colorate, imbastendo il suo personale santuario pop della contaminazione.
A Sanremo Ghali ha materializzato davanti agli occhi degli italiani, a colpi di strass e chiffon, un dato di fatto, semplice eppure potente. L’Italia della mescolanza, ci ha ricordato, è più affascinante di quella dei cuori blindati dalla paura. L’ibridazione è una promessa dall’orizzonte più entusiasmante, un gioco in cui gli esseri umani possono divertirsi di più, creando qualcosa e non solo ripetendo i copioni di ieri. Era impegnato, era politico, ma era soprattutto bellissimo, in un senso che è insieme corporeo e ideale, stilistico e morale".
Jonathan Bazzi
Jonathan Bazzi, Da Baggio apoeta degli ultimi. Ghali ha cambiato il suo destino, "Domani", 1.3.2024, p. 15.
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